L’Associazione dei Comuni in ambito socio-sanitario esprime un encomio a chi si è già vaccinato e lancia un appello a chi non lo è ancora
Il comitato dell’Associazione dei Comuni in ambito socio-sanitario (Acas) si dichiara favorevole all’obbligo vaccinale nel settore “nel caso in cui venisse decretato”. Lo affermano in un comunicato il direttore Lorenzo Quadri e il segretario Roberto Perucchi. Analizzata la situazione epidemiologica in Ticino, il comitato “esprime un encomio nei confronti del personale – sanitario o con altre funzioni – attivo nelle case per anziani e nei servizi di assistenza e cure a domicilio che si è già sottoposto alla vaccinazione”. Ma allo stesso tempo si dice “preoccupato del fatto che una percentuale ancora troppo elevata di personale a stretto contatto con i residenti-pazienti non sia ancora vaccinata”.
L’appello che l’associazione con sede a Lopagno lancia al personale attivo negli istituti di cura e nei servizi domiciliari è quello di “sottoporsi alla vaccinazione, quale misura a protezione della fascia di popolazione più vulnerabile” non ritenendo “il solo test antigenico sufficiente a produrre un grado adeguato di sicurezza operativa e di protezione generale nei confronti dell’utenza”. Sarà inoltre “necessario mantenere tutte le altre misure di sicurezza sul posto di lavoro ritenute opportune dal medico cantonale e dal datore di lavoro”.