Interrogazione evidenzia l’incongruenza fra la campagna #Luganosostenibile e le pratiche delle autorità con le quali Lugano intrattiene relazioni
“Non ritiene, il Municipio di Lugano, che i continui inviti ufficiali dell’ambasciatore di Cina a Berna siano in contrasto con le critiche della Confederazione svizzera verso la Repubblica Popolare Cinese? Non pensa che ciò costituisca di fatto una legittimazione del genocidio praticato dalla Repubblica Popolare Cinese negli ultimi decenni in danno di minoranze etniche, religiose e politiche in Cina e in Tibet?”. Non avrebbero potuto essere più esplicite le prime domande poste dall’interrogazione interpartitica (primo firmatario il verde Niccolò Castelli) presentata all’esecutivo di Lugano che da anni oramai intrattiene relazioni con le autorità cinesi. Un’interrogazione che, da una parte, richiama la campagna di sensibilizzazione lanciata dal Municipio che appare in contrasto con le pratiche diffuse di lavori forzati a cui vengono costretti milioni di uomini, donne e minorenni di etnia uigura nella provincia dello Xinjiang, di cui parla un documento interno dell’Amministrazione cinese, il cosiddetto “Nankai Report”.
Non solo. Nell’atto parlamentare sono citate molte Organizzazioni internazionali indipendenti, centri di ricerca e principali mass media, che da anni diffondono testimonianze riguardo ai campi di concentramento in Cina e in Tibet. E viene ricordato che la Svizzera ha firmato nel 2019, assieme ad altri 22 Stati, la lettera destinata alla 41esima Sessione del Consiglio Onu dei Diritti dell’Uomo, denunciando i campi di concentramento e il genocidio in corso in Cina e nel Tibet. Pochi giorni fa il Consiglio nazionale ha dichiarato che la Svizzera deve rafforzare le sue attività per i diritti umani in Cina. Una mozione in tal senso è stata adottata da una netta maggioranza. Da qui muovono le altre domande: “Non ritiene il Municipio che gli inviti e lo scambio di complimenti con l’Ambasciatore cinese siano in contrasto con l’obiettivo no. 16, denominato ‘Pace e Giustizia’ (così come previsto anche dall’Agenda 2030 della Confederazione svizzera per uno sviluppo sostenibile), e con gli Obiettivi globali della sostenibilità delle Nazioni Unite riguardo ai quali il Municipio ha appena promosso una campagna denominata #Luganosostenibile?”. I consiglieri comunali ritengono che il Municipio debba sottoporre al Consiglio comunale l’attuale e il futuro assetto dei gemellaggi con paesi stranieri e che gli incontri ufficiali, siano essi con la Cina o con altri Paesi, avvengano in un contesto di conferenze pubbliche e d’incontri con i mass media e con la cittadinanza, dando a quest’ultima la possibilità di informarsi concretamente sulla situazione dei Paesi rappresentati dal proprio ambasciatore in Svizzera.