La carriera del sindaco, consigliere, municipale del movimento di via Monte Boglia: da Berna a Lugano passando da Bellinzona e tornando sul Ceresio
Una carriera lunga trent'anni, intensa, quotidiana. Sempre un sorriso, mai scortese, arrogante, 'urlato', come il movimento dal quale aveva preso vita la sua carriera politica, la Lega dei Ticinesi, richiedeva a gran voce. Marco Borradori, il gentleman della politica prima svizzera, poi ticinese, poi strettamente luganese, ha sempre mostrato rispetto non solo per i 'nemici' dell'arena partitica, ma soprattutto anche con chi, magari semplice cittadino, era in disaccordo, critico, persino sfacciato. Un suo pregio, invidiato da colleghi ben più scafati (se ormai ce ne erano ancora), era il ricordarsi di tutti i nomi delle persone che incontrava nei moltissimi, e sono stati diverse migliaia, incontri che la 'poltrona' e la 'rappresentanza' gli richiedeva. Dal Festival di Locarno, evento glamour internazionale, al taglio del nastro in uno dei quartieri della Città, come in passato un po' in tutto il Ticino, nella sua veste di capo del Dipartimento del territorio.
Festa per la rielezione in Consiglio di Stato nel 2007 (Ti-Press)
Ma è in Consiglio nazionale, quale membro della Commissione affari giuridici, che nel 1991 inizia il suo cammino di politico apprezzato trasversalmente, super-partito si potrebbe dire, considerati i tantissimi voti personali giunti negli anni anche da schieramenti (pensiamo a Plrt, Ppd e socialisti) fuori dall'orizzonte di via Monte Boglia (26'817 allora per la Camera del popolo). A Berna ci rimane fino al 1995, venendo eletto dal 1992 anche in Municipio a Lugano, quale responsabile del Dicastero delle aziende municipalizzate. Un Luganese che lo aveva visto nascere il 6 giugno 1959 (alla Clinica Sant'Anna di Sorengo) e dove abitava la famiglia, originaria di Gordola. Il padre Elio, avvocato, e la mamma Claudia, nata Pelli, di Aranno. Il giovane Borradori consegue la maturità liceale a Lugano nel 1978 e si laurea all'Università di Zurigo in Diritto nel 1983, tre anni dopo acquisisce il brevetto di avvocato e notaio, come il fratello, Mario.
Con i genitori (Ti-Press)
La svolta il 2 aprile 1995 quando venne eletto con 54'553 voti in Consiglio di Stato, responsabile della gestione, pianificazione e sviluppo del territorio cantonale nonché consigliere segretario di Stato. Un dipartimento ostico, complicato, in un governo dove, allora, era l'unico 'delfino' di Giuliano Bignasca, conosciuto a un matrimonio. Ministro di un dipartimento fra i più impegnativi, formato dalla Divisione dell'ambiente, da quella della Pianificazione territoriale e dalle Costruzioni. In pratica dal Territorio dipendevano tutte le scelte in campo ambientale, di politica dei trasporti (compreso il progetto di AlpTransit per la parte ticinese) e in materia di costruzioni e appalti pubblici.
Nel 1999 si ricandidò e ottenne il primato dei voti personali. Vi restò fino al 14 aprile 2013 quando tornò sul Ceresio da trionfatore, vinse le elezioni comunali e fu eletto sindaco con 14'212 voti personali, superando 're' Giorgio Giudici (12'725 voti), che occupava quel posto, spesso scomodo anche per lui, dal 1984. Quel Giudici che proprio col cuore ebbe lui stesso seri problemi. Nel mezzo, nel 2003, la rinuncia a partecipare alla corsa per il Consiglio degli Stati, neppure il Nano riuscì a convincerlo. Nel 2007 alle 'cantonali' ancora un travolgente, fu definito, risultato personale.
A una gara in discese con mezzi a rotelle senza motore, 'Gioasteka', nel 2007 (Ti-Press)
Molte le cariche ricoperte negli anni. Marco Borradori fu presidente della Commissione ambiente e agricoltura della Comunità Arge Alp (dal 1999-2000 assunse il ruolo di presidente). Presidente della Regio Insubrica. Dal 1997 al 2006 membro del consiglio di amministrazione dell'Azienda elettrica ticinese. Nel 2000 l'Associazione svizzera dei non fumatori lo designa 'Non fumatore dell'anno 1999'. Fu nominato rappresentante per il Cantone nel consiglio di amministrazione di Lugano Airport Sa e in seguito presidente del cda. Nella sua vita ha praticato lo sport del calcio nel Rapid. Appassionato di ping pong, fra i 13 e i 19 anni è stato anche campione ticinese. Il nonno Mario era entrato nel Guinness dei primati per un lancio con il paracadute effettuato a Magadino nel 1989 all'età di 90 anni. Scartato dal servizio militare per miopia, amava molto anche le auto anche se alla Porsche aveva preferito, per comodità, una Smart. Nella sua attività politica si definiva un 'pragmatico al cento per cento' aggiungendo 'mi piace operare in modo concreto e vedere i risultati del mio lavoro'. Per Marco Borradori 'essenziale' era sempre stato 'il contatto costante con la gente'. E della Lega amava dire, in una nostra intervista raccolta nel 2009 dalla collega Sabrina Melchionda: "Mi piace il suo essere fuori dagli schemi partitici e politici: penso alla Lega della 'prima ora' e alla sua ancora attuale componente 'libertaria' che non si trova nei partiti storici". Un coinvolgente, e a tutto-tondo, domanda-e-risposta con tratti anche divertenti e autoironici ("non faccio mai la spesa") fino a quella risposta che oggi suona quale presagio: "Come vorrei essere ricordato un giorno? Ha vissuto!".
Alla famiglia giungano le condoglianze de 'laRegione'.