Luganese

Comunità familiare in aiuto di 'un'umanità dolente'

I cinquant'anni dell'associazione, con quartier generale a Lugano, ma 'rami' in tutto il cantone e a supporto delle diverse fragilità sociali

L'albero di Comunità familiare
4 agosto 2021
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«Ci occupiamo di un'umanità dolente, in difficoltà». Deborah Solcà, direttrice generale dell'Associazione Comunità familiare, che ha quartier generale a Lugano, pone in queste poche parole tutta una filosofia al servizio del prossimo, così come aveva voluto il suo fondatore, padre Callisto Caldelari. A cinquant'anni da quella prima scintilla, il supporto concreto alla persona, in tutte le sue fragilità e problematiche, si è via via focalizzato su diversi ambiti e necessità. «In questi cinque decenni abbiamo aumentato le nostre attività – ci spiega la responsabile – e nel contempo il numero di persone quotidianamente impegnate nei diversi servizi professionali». Una rete, ma potremmo dire un albero dai frastagliati rami, per riprendere la figura del nuovo logo, che attraverso i volontari (circa 200) e i collaboratori (una sessantina) opera dal Gruppo infanzia (che gestisce le ludoteche di Chiasso, Bellinzona e Faido e i Centri bambini di Bellinzona, Lugano e Faido) alla sette colonie integrate, che accolgono, insieme, ospiti con andicap e normodotati. Accanto, il Consultorio familiare che, a Bellinzona e a Lugano, offre un servizio di consulenza e di mediazione familiare, e di ascolto dei figli minorenni, e Casa di Pictor a Mendrisio, foyer per bambini e giovani che si trovano a vivere una temporanea difficoltà all'interno della loro famiglia o, più in generale, nella loro vita. Foglie verdi e rigogliose che si completano con il Servizio per le dipendenze da sostanze presente nel Sopraceneri tramite Antenna Icaro e il Centro di competenza a Bellinzona e Muralto e il Laboratorio21 di Arbedo-Castione. Intorno circa 1'500 persone che ogni anno vi si affidano.

Per Comunità familiare la sfida è dunque quella di dedicarsi a un'attività che non è monotematica e che richiede di stare al passo continuo coi tempi, dando risposte e relazionandosi con i cambiamenti, anche complicati, della società: «Dove il valore etico e pratico delle prestazioni non viene mai meno, ma anzi viene assicurato da un'organizzazione ben strutturata e da una carta che guarda soprattutto a un'economia sociale. Siamo un'azienda dalla gestione anche complessa – non manca di annotare Solcà – ma con il valore aggiunto del lavorare con e per le persone dando loro quella seconda chance che il mondo d'oggi perlopiù nega loro. Anche per questo raccogliendo i bisogni di ogni persona abbiamo un grande potenziale e la possibilità di curare sempre nuovi servizi attraverso la visione di una comunità moderna».

Un comitato rinnovato: presidente Riccardo Balmelli

Recentemente, ora che la pandemia ha allargato le sue maglie stringenti, il comitato ha potuto ritrovarsi e arricchirsi di diversi nuovi membri: presidente è Riccardo Balmelli, vicepresidente Flavia Ambrosetti, con loro vi sono Claudio Cattaneo, Paolo Cicale, Pietro Costantini, Raffaello Giussani, Francesca Nicora, Marco Ponti e Teresa Salamone. Nell'anno del mezzo secolo di fondazione, il primo passo è corrisposto alla realizzazione del nuovo logo: «La volontà è quella di rinnovare l'immagine coordinata dell'Associazione nell'ottica di una sua attualizzazione e di una riscoperta valoriale da comunicare all'interno e all'estero di Comunità familiare» ha evidenziato nel corso della conferenza stampa Flavia Ambrosetti. Quale priorità, dunque, «lo studio e la messa in opera di un'importante campagna finanziaria e di una altrettanto importante campagna soci: questo al fine di dare sostegno in particolare alle attività del settore volontariato: colonie residenziali integrate, centri bambini e ludoteche che vedono coinvolte quasi 500 persone tra animatori, monitori e fruitori».

Fra le iniziative del 50° Comunità familiare ha anche deciso di donare e piantare degli alberi nei comuni dove l'associazione opera: Lugano, Bellinzona, Muralto, Arbedo-Castione e Mendrisio. Tornando al nuovo logo, Gioia Rosati, responsabile comunicazione dell'Associazione, ha spiegato che «si tratta della stilizzazione di un albero, simbolo di crescita e di vita e rappresentazione della storia di ciascuno. Dalle sue fronde si slanciano due figure che 'da' e 'con' Comunità familiare crescono e fioriscono. Logo che è inserito all'interno di una linea circolare, una sorta di mondo in cui si svolge la storia di ciascuno, quella delle persone che a Comunità familiare si rivolgono, quella di chi fornisce loro un aiuto e una risorsa. Quella linea non è chiusa ma aperta così come l'operato dell'Associazione è volto a comprendere, contenere, curare, proteggere, senza costringere chi ad essa si rivolge». Un'azione di restyling che ha portato anche a un nuovo sito (www.comfamiliare.org), «costruito con l'intento di dare a chi lo fruisce le indicazioni che ricerca in modo rapido e chiaro. E riservando uno spazio ai contatti e alle donazioni». Comunità, peraltro, presente anche su Facebook e su Linkedin.