Luganese

Operazione 'Imponimento', tutti a processo i 147 imputati

Le persone coinvolte sono accusate di associazione mafiosa, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio e corruzione

(Ti Press)
28 giugno 2021
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Andranno tutti a processo i 147 imputati nell’inchiesta “Imponimento” della Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri e dal Ministero Pubblico della Confederazione. L'inchiesta, quasi un anno fa, aveva assestato un duro colpo al clan ‘ndranghetista Anello-Fruci, operante tra Filadelfia e Curinga, con l’arresto di 74 persone oltre al sequestro di beni per quasi 170 milioni di euro, di cui una parte in Svizzera, Ticino compreso. 

La decisione è stata presa dal gup Francesco Vittorio Rinaldi, giudice della distrettuale di Catanzaro, che ha accolto la richiesta dei pm antimafia. Dei 147, in 69 saranno processati con rito abbreviato nell’aula bunker di Lamezia Terme, mentre per i restanti 78 si procederà con il rito ordinario. L’abbreviato prenderà il via il prossimo 28 luglio per poi proseguire il giorno successivo, due giornate in cui è prevista la requisitoria dei pm Capomolla e De Bernardo. La discussione delle difese è prevista per il 3 e il 17 settembre. Il rito ordinario, invece, comincerà il 29 settembre.

Le accuse
Le persone coinvolte nell’inchiesta sono accusate, a vario titolo, di gravi delitti, fra cui associazione mafiosa, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione e altri reati, tutti aggravati dalle modalità mafiose. Tra gli imputati che hanno chiesto e ottenuto di accedere al rito alternativo, per beneficiare in caso di condanna della riduzione di un terzo della pena, c'è il capo della cosca Rocco Anello, il quale era di casa a Grancia nell'abitazione di Fiore Francesco Masdea, 60enne calabrese residente da anni in Ticino e operaio comunale, arrestato a metà di questo mese dalle autorità di polizia svizzere. Nella stessa occasione è stato arrestato un secondo calabrese, Giuseppe Cosentino, da tre anni residente nel Canton Argovia. Per l'accusa Cosentino sarebbe socio in affari di Rocco Anello nella coltivazione e nel traffico internazionale di stupefacenti. Il boss, nel luglio dello scorso anno, in occasione dell'operazione 'Imponimento' era già in carcere per vicende di droga. Il capo della cosca dei Filadelfia, oltre al Ticino, avrebbe operato anche nei cantoni Uri e Argovia.

Nell'ordinanza con la quale il gup Vittorio Francesco Rinaldi ha disposto il processo con rito ordinario e l'udienza per l'abbreviato si parla a lungo degli affari svizzeri di Rocco Anello, quali traffico di armi e droga, spendita di soldi falsi e riciclaggio di soldi sporchi, tutti reati aggravati dalle modalità mafiose. Affari che per l'accusa sarebbero stati curati e favoriti, oltre che dai due arrestati dell'ultima ora, anche da altri quattro calabresi residenti nei cantoni Argovia e Uri. 

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