Luganese

Scudo: la pandemia porta più incertezza ma più utenti

Il servizio di cure a domicilio del Luganese chiude il 2020 con un volume d'affari di circa 20 milioni e un utile di oltre 300mila franchi

Fra cure e Covid (Ti-Press)
19 giugno 2021
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Un anno “particolarmente segnato dalla pandemia”, così come in tutto il mondo, anche nel settore delle cure a domicilio. Un 2020 che ha dunque portato importanti ripercussioni sul piano delle cure e naturalmente dei costi. Scudo, il servizio di cure a domicilio del Luganese, ne è però uscito a testa alta: “Sebbene il periodo sfavorevole ci ha accompagnati per tutto l'anno, grazie a un'accurata pianificazione del personale e delle cure come al sistematico controllo finanziario – annotano il presidente Sergio Macchi e il direttore Paolo Pezzoli nel commentare il consuntivo – abbiamo saputo rispondere proattivamente riuscendo a sostenere l'ente Lugano istituti sociali (Lis) nel momento più acuto della pandemia”.

Scenario, definito, “inconsueto” che secondo i responsabili “ha sconvolto le abitudini dell'utenza e delle loro famiglie”. In primo luogo il servizio si è confrontato con un cambiamento organizzativo “repentino” per far fronte alle nuove esigenze di presa in carico: “Il tutto ha comportato una modifica nella pianificazione dell'offerta di cure e delle varie attività di gestione”. Ritardi, posticipazioni e bruschi arresti, sono solo alcuni dei maggiori riflessi. E se la prima ondata, quella fra marzo e giugno, è stata clemente per i collaboratori, la seconda è invece stata particolarmente marcata e incontrollabile, qui il virus ha colpito 43 collaboratori, 29 i positivi e 14 in quarantena, “tutti assenti a scaglioni, per isolamento o quarantena, nello spazio temporale di due mesi e mezzo” che ha, giocoforza, ingigantito criticità e problematiche. “A oggi – non mancano inoltre di sottolineare Macchi e Pezzoli – l'insicurezza e la paura per la nostra salute, seppur mitigate, dominano ancora la scena”. Da qui la necessità della campagna di vaccinazione che ha raccolto la disponibilità di 110 collaboratori. Non solo: “Per cercare di contenere il contagio a garanzia di una maggiore sicurezza – è stato ancora spiegato – abbiamo imposto l'uso della mascherina anche a tutti gli utenti, limitatamente agli interventi sanitari, indipendentemente dalla presenza di una sintomatologia influenzale. In questo panorama, la richiesta di materiale di protezione ha subìto un'impennata considerevole, di riflesso le lievitazione dei prezzi, in alcuni casi maggiorati eccessivamente. Il materiale scarseggiava, non era reperibile o fornibile in tempi brevi. Le forti richieste hanno generato elevati costi d'acquisto, in seguito rientrati a favore di un maggiore equilibrio tra domanda e offerta”.

Mascherina dove sei?

La pandemia, per Macchi e Pezzoli, ha soprattutto “contribuito a evidenziare una falla organizzativa”, infatti “nella maggioranza dei servizi e strutture non erano disponibili degli adeguati quantitativi di ausili di protezione, una generale carenza delle scorte che ha causato non pochi disagi. Il nostro servizio – non hanno mancato di ricordare presidente e direttore – fortunatamente non era fra questi. Al nostro interno abbiamo avuto tutto il necessario per garantire la protezione ai nostri collaboratori e all'utenza, attingendo anche alle scorte del Lis”. C'è di più: “Preventivamente, a riparo da eventuali future pandemie, per disposizione dell'Ufficio di vigilanza sanitaria, ogni servizio è ora tenuto a dotarsi di mezzi di protezione monouso, sufficienti a garantire un'autonomia di tre mesi”.

Dal profilo finanziario, con un volume d'affari di circa 20 milioni, Scudo ha rilevato un utile d'esercizio pari a oltre 300mila franchi. Importanti le spese per il personale che rasentano i 17 milioni e mezzo e rappresentano quasi il 93% della globalità dei costi. Statistiche tornate in positivo anche per il numero degli utenti che vedono, dopo qualche anno a questa parte in calo, un aumento dello 0,04%, dopo il meno 5 del 2016, il meno 2,31 del 2017, il meno 5,02 del 2018 e il meno 3,18 del 2019. Preponderanza della clientela femminile: 1'440 dei 2'255 utenti sono donne contro 815 uomini. Interessante il genere e la tipologia della prestazione. La stragrande maggioranza degli utenti richiedono solo le cure (1'207), 457 solo un servizio di economia domestica, 507 entrambe. Interessante il numero delle ore erogate per fasce d'età e genere: il maggior numero di collaboratori è stato, infatti, attivato per coloro che hanno fra 85 e 89 anni (il 18,75%) per un totale di 423 utenti. Presente su tutto il territorio luganese, Scudo ha toccato quasi totalmente ogni comune, frazione o quartiere, da Bissone alla Capriasca, da Gandria a Vezia.