Non solo malumori social, scatta anche l'interrogazione a Lugano sulla scelta del Municipio di non organizzare nulla alla Foce del Cassarate
“Inopportuna e incoerente”. La decisione del Municipio di non organizzare Lugano Marittima, Mojito o altri ritrovi estivi sta scatenando le prime reazioni polemiche. E forse, visto l'appeal dei suddetti eventi e il generale clima di allentamento delle restrizioni, non poteva essere altrimenti. Non solo sui social: ci pensa anche un atto parlamentare a chiedere lumi all'esecutivo. È il consigliere comunale Gianmaria Bianchetti (Lega) ad aver preparato un'interrogazione sull'argomento dal titolo eloquente: “Lugano Marittima, perché perdere un'altra occasione?”.
Sottolineando il miglioramento della situazione epidemiologica e le conseguenti riaperture, “si ritiene poco opportuna ed incoerente la decisione del Municipio di non autorizzare l'apertura di uno degli eventi più attrattivi delle estati luganesi: Lugano Marittima”. Gli aspetti evidenziato nell'atto sono due: uno legato alla movida e l'altro alla sicurezza. “La scorsa estate e negli ultimi mesi si è già potuto constatare quanto possa rivelarsi problematica la zona della Foce, soprattutto durante le serate nei finesettimana. A tale riguardo ricordiamo gli scontri avvenuti con la polizia, la sporcizia lasciata in quella zona e le frequenti risse tra i giovani presenti”. Proprio per questo, “permettere a Lugano Marittima di riaprire al pubblico potrebbe contribuire a riportare ordine in quella zona, consentendo a cittadini e turisti di tutte le età di godere di uno spazio così unico oltreche privilegiato, rispettando ovviamente le prescrizioni dettate dal Consiglio federale, che sono già ora molto più permissive”. Inoltre, “non si può inoltre dimenticare che Lugano Marittima rappresenterebbe, in questi tempi magri, un'apprezzata opportunità economica per diversi esercenti e attività”.
Cinque le domande poste all'esecutivo. In primis, si chiede di organizzare qualcosa alla Foce per non lasciarla “in balia degli eventi, spesso negativi”; se non si ritiene “contraddittorio il fatto che ristoranti e bar riaprano al pubblico anche i loro spazi interni mentre un luogo aperto come la foce venga invece considerato a rischio”; si chiede poi se davvero la situazione sia da considerarsi a rischio e se invece gli eventi non vadano incentivati; c'è poi la preoccupazione che “lasciare la foce senza alcuna particolare destinazione, non farà altro che creare inevitabilmente assembramenti selvaggi”; per arrivare infine alla richiesta di “ritornare sui propri passi”.