L'assemblea si è svolta in Piazza Luini. La municipale Zanini è intervenuta proponendo di aprire il dialogo con il Municipio, ma è seguito il silenzio
Come già annunciato ieri sera, gli autogestiti si sono ritrovati oggi pomeriggio in Piazza Luini per prendere parte a un'assemblea, la seconda dopo quella svoltasi un mese fa alla Foce. Davanti al Lac, uno dei luoghi storici della città, si sono radunate una cinquantina di persone (non tutte provviste di mascherina), che hanno creato un'agorà, un cerchio con delle panche. I presenti hanno inoltre esposto lo striscione "che sia una rosa o un mattone, difendiamo l'autogestione. Il Molino non si tocca". La polizia c'era, ma si trovava a distanza, sul lungolago.
Nel corso dell'assemblea gli autogestiti hanno sottolineato, in una dozzina di interventi, come il Molino sia uno spazio unico, di libertà, di lotte, di resistenza, di cultura, e hanno evidenziato che l'autogestione non è associabile alla violenza. È stato poi criticato il progetto di riqualifica dell'ex Macello, il quale non prevede l'autogestione. Lugano è stata definita "una città borghese, dove si abbattono le ville storiche e si favorisce la cementificazione con speculazioni edili".
A sorpresa, a metà assemblea, è intervenuta a titolo personale ("'non ho sentito i miei colleghi", ha detto) la municipale socialista, Cristina Zanini, che si è proposta di presentare agli autogestiti il progetto di riqualificazione dell'area, la quale "potrebbe trovare uno spazio anche per l'autogestione", ha detto. Al suo intervento è seguito il silenzio, a differenza di tutti gli altri interventi degli autogestiti sostenuti da applausi. Successivamente ha preso la parola uno degli autogestiti, evidenziando che non è il Molino a non volere il dialogo, ma è la Città ad avere "negli anni preso per i fondelli l'autogestione e gli autogestiti". Da noi incontrata prima del suo intervento, la municipale Zanini si era augurata che da questa assemblea potesse emergere una richiesta di dialogo con il Municipio. Ma - se di decisioni si può parlare - la risoluzione emersa nel corso di tutta l'assemblea è stata la decisa volontà da parte degli autogestiti di rimanere all'ex Macello. E i motivi sono venuti dai numerosi interventi - fra i tanti, anche quello di Fausto Beretta-Piccoli, da sempre fervido sostenitore dell'autogestione - che hanno testimoniato come lo spazio al Molino sia necessario, capace di offrire una cultura alternativa "indispensabile per il tessuto cittadino".
Un tour di un giorno in Ticino a favore dell’autogestione. O meglio, della cultura dell’autogestione. A promuoverlo oggi – partendo la mattina dal Meriggio di Losone e facendo tappa pomeridiana dapprima alla Commercio di Bellinzona e poi al Centro studi di Trevano, per finire in serata a Mendrisio – è l’associazione True Vibration: nata nel 2018 per promuovere la musica e la cultura Reggae&Dub in Ticino, oggi vuole agganciarsi al tema dell’autogestione per avviare una riflessione sulla «cultura dell’autogestione». A Bellinzona, sul prato che costeggia la ciclopista dietro la ‘Comme’, compaiono striscioni e il furgone pompa la musica che si diffonde nella vicina golena. Una trentina le persone presenti, per lo più giovani. Qualche passante si ferma incuriosito, viene distribuito un appello. C’è voglia di spiegare. Hanno atteso che Berna allentasse le disposizioni anti-Covid, così da non essere presi per dei provocatori. «Desideriamo sensibilizzare la gente sul fatto che una cultura dell’autogestione è possibile e può essere sostenuta, prestandole la giusta attenzione sia come semplici cittadini, sia come autorità», spiegano al cronista transitato lì per caso. «Promuoverla significa ovviamente supportare l’arte e la cultura ad essa correlate, ma anche ovviamente gli spazi in cui essa può pulsare, e senza i quali si trova in difficoltà. Frequentiamo il Molino di Lugano, ma pur non facendone direttamente parte siamo decisamente per la difesa di quella realtà». Vedere il Molino sotto sgombero “preoccupa”, si legge sul volantino: “Non solo perché un importante tassello della cultura alternativa ticinese rischia di sparire per sempre, dopo 25 anni di attività, di dialogo aperto con la città e di eventi culturali alternativi per un pubblico che altrimenti non avrebbe nulla. Preoccupa perché il messaggio veicolato dalle autorità, quello dello sgombero dell’ex Macello, rischia di deragliare e trasformarsi in una battaglia contro il concetto stesso di autogestione”. «Siamo qui – precisano a Bellinzona gli organizzatori dell’odierno tour ticinese – proprio perché ci stanno a cuore l’arte e la cultura, musicale ma non solo, che l’autogestione è in grado di veicolare e alimentare. Crediamo che sia possibile educare all’autogestione. E confidiamo che si colga l’occasione, che si sfrutti questo momento storico, per rafforzare in tutto il Ticino il concetto di autogestione».