Un 60enne italiano ha confessato un traffico di 1,7 chili. Aveva importato a Lugano la droga con tre viaggi a Rotterdam e Milano. Pena di 30 mesi
«Perché l'ho fatto? Mi servivano dei soldi per pagare le fatture». Così un 60enne italiano, domiciliato a Lugano, pittore con un'attività in proprio e padre di famiglia ha spiegato ai giudici della Corte delle Assise criminali di Lugano i motivi che lo hanno convinto, la scorsa estate, a mettersi con una banda di trafficanti e ad accettare di diventare un corriere della droga, importando a Lugano, dall'Olanda e dall'Italia, complessivamente 1,7 chili di cocaina.
Tre i viaggi compiuti dall'uomo a bordo di un'auto presa a noleggio, tra l'agosto e il settembre scorsi, salvo poi finire in carcere due mesi più tardi, il 24 novembre. Il 61enne, difeso dall'avvocato Andrea Rigamonti, è stato ingaggiato da membri di una banda di trafficanti. La sua missione: recarsi a Rotterdam e prendere in consegna la sostanza stupefacente da un uomo, che gli inquirenti non sono riusciti a identificare. Quindi la consegna della cocaina nel garage di un palazzo di Lugano. L'attività illecita gli ha fruttato 17 mila franchi. Tanto, che è proseguita per altri due viaggi, di cui uno in provincia di Milano. Interrogato dalla Corte, l'imputato ha dichiarato: «Mai più lo rifarò nella mia vita. È stata una brutta esperienza, non ne è valsa la pena».
La Corte delle assise criminali, presieduta dal giudice Marco Villa, ha confermato la proposta di pena contenuta nell'atto d'accusa stilato dalla pp. Chiara Borelli: il 61enne è stato condannato a 30 mesi di detenzione, dei quali 6 da espiare e i rimanenti 24 posti al beneficio della sospensione condizionale per un periodo di prova di due anni. L'imputato, presentatosi in aula in stato di detenzione, dovrà scontare ancora un mese di carcere prima di riottenere la libertà.