Pena di 30 mesi davanti alle Criminali di Lugano. Il pensionato, 75 anni, arrestato lo scorso luglio, ha smerciato anche viagra. 'Ammetto tutto'
«Ammetto tutto, l'ho già detto anche a lei» - indica dal banco degli imputati con l'indice la procuratrice pubblica, Chiara Borelli. Così ha dichiarato stamane, davanti alla Corte delle assise criminali di Lugano, un ex deputato del Gran Consiglio in carica negli anni Novanta per la Lega dei ticinesi, pensionato luganese 75enne finito in carcere lo scorso luglio per un ingente traffico di cocaina: oltre 1,2 chili alienati in buste dosi al prezzo oscillante tra i 50 e i 100 franchi l'una a "consumatori identificati" dagli inquirenti, "un quantitativo che sapeva o doveva presumere che poteva mettere direttamente o indirettamente in pericolo la salute di molte persone" - si legge nell'atto d'accusa. Il traffico si è protratto per oltre due anni e mezzo, dal gennaio 2018 all'8 luglio 2020.
Difeso dall'avvocatessa Deborah Gobbi, l'imputato, «leghista della prima ora», è stato condannato a 30 mesi di detenzione, di cui 6 da espiare e 24 posti al beneficio della sospensione condizionale per un periodo di prova di due anni. Il 75enne ha trascorso in carcere tre mesi ed è stato scarcerato nel dicembre scorso. L'imputato è stato riconosciuto colpevole non solo di infrazione aggravata alla legge federale sugli stupefacenti, ma pure di riciclaggio di denaro - tra l'ottobre 2018 e l'agosto 2019 ha trasferito all'estero, tramite le agenzie di invio di denaro, 6 mila 300 franchi, denaro che sapeva essere provento del traffico di droga. Infine, il 75enne è stato riconosciuto colpevole di infrazione alla legge federale sugli agenti terapeutici per aver immesso in commercio, importato lo scorso anno, senza essere autorizzato, un imprecisato quantitativo di 'pillole blu', almeno 98 dosi di un surrogato del Viagra.
La Corte delle assise criminali, presieduta dalla giudice Francesca Verda Chiocchetti, ha accolto integralmente, nel processo svoltosi con rito abbreviato, la proposta di pena formulata nell'atto d'accusa dalla procuratrice pubblica, Chiara Borelli. La condanna è definitiva, dal momento che sia il magistrato sia l'avvocato di difesa hanno rinunciato a ricorrere in Appello.