Secondo Raoul Ghisletta, la decisione del Consiglio comunale di respingere l'autorizzazione al Municipio di prelevari i contributi di costruzione è illegale
“Illegale, iniqua e arbitraria”. È da rivedere la decisione del Consiglio comunale (Cc) di Lugano riguardo al Piano di finanziamento del nuovo Piano generale di smaltimento delle acque. Lo sostiene il consigliere comunale Raoul Ghisletta, che ha inoltrato un ricorso al Consiglio di Stato.
Il messaggio prevedeva un prelievo di contributi provvisori di costruzione, così come indicato dall'articolo 99 della Lalia (la Legge d'applicazione della legge federale contro l'inquinamento delle acque): 125'000 franchi circa per la copertura dei costi relativi alla preparazione dell'emissione. «I contributi globali per le opere di miglioria legate allo smaltimento delle acque ammontano invece a circa 120 milioni di franchi – ci spiega il presidente sezionale del Partito socialista –. Non prelevandoli, si caricherebbe un debito per investimenti sulle spalle di tutti i contribuenti della Città, debito che per legge va pagato unicamente dai beneficiari degli investimenti effettuati dall'ente pubblico». Ghisletta sottolinea inoltre come la decisione sia da considerarsi illecita, in quanto secondo la Lalia il Cc non potrebbe sottrarsi dall'obbligo di prelevare i contributi di costruzione.
Ma a essere contestata è anche una questione formale: il messaggio non è stato accolto in quanto, appellandosi a un articolo della Legge organica comunale, non è stata raggiunta la maggioranza assoluta dei favorevoli, che a Lugano è di 31. I voti pro sono durante la seduta dell'8 febbraio sono stati infatti 27, 1 astenuto e 25 contrari. Secondo il ricorrente, infatti, per questo tipo di materia non è necessaria una maggioranza assoluta. «I contrari sono esponenti della Lega, dell'Udc e parzialmente del Plr – sottolinea Ghisletta –, è scandaloso. Recuperando questi 120 milioni la Città si pagherebbe da sola il 70% del nuovo Polo sportivo e degli eventi».