Beve due sorsi da una bottiglia appena acquistata e si rivolge ai Carabinieri che visitano i punti vendita. Al momento pare un caso isolato.
Una ventisenne comasca sabato scorso ha fatto ricorso ai medici dell'ospedale Valduce, per aver bevuto un sorso di acqua minerale mischiata con candeggina. La giovane, residente a Pigra, in Val d'Intelvi, frontaliera nel luganese, una decina di giorni fa mentre tornava a casa aveva acquistato in un supermercato del Porlezzese una bottiglia di due litri. Le sono bastati due sorsi per sentire uno sgradevole sapore di candeggina. Per evitare di andare incontro a gravi conseguenze ha raggiunto il Pronto soccorso dell'ospedale comasco. Prima però ha notato che nella bottiglia in plastica c'era un piccolo foro, compatibile con un ago. Insomma, la bottiglia, consegnata ai carabinieri di Porlezza, dovrebbe essere stata manomessa. I militari, coordinati dal pubblico ministero Antonia Pavan, sostituto della Procura di Como, stanno cercando di ricostruire a ritroso la provenienza della bottiglia. Gli investigatori hanno lanciato un appello a chiunque acquisti acqua o bibite in bottiglie di plastica, a osservare attentamente che siano integre. Ieri mattina i carabinieri di Porlezza sono intervenuti nei punti vendita della zona per fare verifiche sulle bottiglie, in particolare in quello in cui era stato fatto l’acquisto, per acquisire eventuali riprese delle telecamere di sicurezza. Qualunque sia stata l’origine di quella contaminazione, al momento sembra essere un caso isolato. Il ricordo è tornato a vent'anni fa quando l’Italia intera visse l’incubo della serie di sabotaggi di bottiglie di acqua minerale nei supermercati da nord a sud tanto da indurre a parlare di “banda Acquabomber“.