Luganese

Lugano, sottrasse 1,3 milioni d'imposte alla fonte: condannato

Quattordici mesi integralmente sospesi per un 50enne che, tramite quattro società, si è appropriato di soldi destinati all'Ufficio delle imposte e del bollo

Sottratti circa 1,3 milioni di franchi di imposte alla fonte (Ti-Press)
1 marzo 2021
|

Più di 1,3 milioni di franchi di imposte alla fonte sottratti nel giro di due anni. È considerevole il raggiro nel quale è coinvolto un 50enne italiano residente nel Luganese condannato oggi, in una procedura di rito abbreviato, alle Assise correzionali di Lugano a quattordici mesi integralmente sospesi. I fatti sono avvenuti tra il 2014 e il 2016, quando l'uomo – agendo da amministratore unico, direttore o gerente a seconda dei casi –, stando alla ricostruzione del procuratore pubblico Daniele Galliano, ha sfruttato la propria posizione dirigenziale in quattro società, tutte attive a Lugano e tutte oggi fallite.

Colpa dell'azionista?

L'imputato, difeso dall'avvocato Gabriele Massetti, ha agito parzialmente in complicità con due altri uomini. Uno di questi era l'azionista di tutte e quattro le società e avrebbe smesso di fornire liquidità alle stesse, portando il 50enne – come ha ammesso lui stesso dinanzi al presidente della Corte Amos Pagnamenta – a delinquere per coprire il buco, trattenendo i soldi che avrebbe dovuto consegnare all'Ufficio delle imposte e del bollo. Ma l'azionista non è una persona qualunque, bensì un finanziare italiano con residenza a Lugano, noto alle cronache per le sue molteplici attività: fra gli sponsor della Juventus, nel 2014 ha acquistato il 10% del Parma Calcio e in Ticino è stato anche fra gli sponsor delle due principali squadre di hockey.

Dietro una sospetta maxitruffa del gas

Ma in questo caso non sono tanto gli interessi sportivi del presunto complice dell'imputato a contare, quanto piuttosto il fatto che sia attivo nel settore energetico. L'uomo, indagato sia in Italia che in Svizzera, è sospettato di essere coinvolto infatti una maxitruffa da centinaia di milioni di euro ai danni della Società nazionale metanodotti (Snam) italiana. In Italia gli sono stati sequestrati beni per 180 milioni di euro. Una truffa che risalirebbe al 2012, in seguito alla liberalizzazione del settore in Italia. Nel 2016, in concomitanza con l'apertura di questa inchiesta, l'ex procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi accolse infatti una richiesta di rogatoria permettendo la perquisizione di diverse società riconducibili all'uomo. Un processo a suo carico a Lugano si è ancora tenuto: ha ricorso alla Corte dei reclami penali. Il secondo complice verrà processato a breve in Pretura penale.

Il 50enne, da parte sua, in aula sostiene di aver capito dai propri errori, di essersi allontanato da attività illecite e di aver intenzione di restituire il maltolto.