Edoardo Cappelletti riconosce l'importanza di un investimento pubblico ma suggerisce emendamenti per riequilibrare a favore della Città il Ppp
Uscire dal vicolo cieco delle sterili discussioni sul Polo sportivo e degli eventi (Pse) monopolizzata da una parte dai fautori del progetto a tutti i costi, dall'altra, dal fronte referendario. Il messaggio del Municipio di Lugano, che sta infiammando la campagna elettorale cittadina in vista del rinnovo dei poteri comunali, sarà sottoposto al Consiglio comunale nella seduta del 29-30 marzo. Il consigliere comunale del Pc, membro della commissione della Gestione, Edoardo Cappelletti propone una via di mezzo. Una via di mezzo da sinistra che riconosce la chiusura, con il voto sulla progettazione del giugno 2020, delle fasi precedenti durante le quali sarebbe stato possibile modificare l'impostazione. Perciò, ora occorre intervenire, nella misura del possibile, sul contratto di Parternariato pubblico-Privato (Ppp) con Hrs e Credit Suisse. Cappelletti non ha mai nascosto le sue perplessità che «non sono state a mio modo di vedere sufficientemente approfondite dal Municipio. Ora, nell'operazione, bisogna cercare di riequilibrare gli interessi a favore della Città rispetto a quelli dei privati».
Anche lei ritiene il contratto sfavorevole per la Città? «Il rischio di fondo con un Ppp è di avere un rapporto squilibrato a favore dell'investitore privato - risponde il consigliere comunale comunista -. Non è ancora stato completamente chiarito quale sia la convenienza effettiva della soluzione di Leasing e di locazione per il palazzetto dello sport. Per la Città appare sfavorevole. Un altro problema riguarda la realizzazione del progetto. Al privato è concessa troppa libertà a livello di gestione del cantiere, in particolare per l'ampia discrezionalità concessa per la realizzazione della fase tre (che riguarda i contenuti immobiliari, ndr.)». È inutile dal suo punto di vista continuare a insistere nel chiedere lo spacchettamento del progetto con la realizzazione dei contenuti sportivi come insistono a proporre alcuni liberali. A sostegno del messaggio appaiono invece schierati la Lega dei ticinesi e il Ppd. Di conseguenza, dalla Gestione è presumibile l'allestimento di un rapporto di maggioranza che chiederà di approvare integralmente il progetto magari con qualche auspicio, mentre il Plr non si sa bene come si muoverà (deciderà nella prossima assemblea), ma c'è una possibilità che venga presentato un rapporto di minoranza contrario a tutto.
«Purtroppo, riguardo ai contenuti sportivi, non sono giunte risposte convincenti sulle ragioni contrarie al finanziamento tradizionale attraverso la richiesta di un credito bancario - spiega Cappelletti -. Ci sarebbe il debito come succede per ogni opera pubblica con interessi all'1-2% rimborsabili su un ampio periodo temporale. Non è chiaro cosa cambia fra l'aumento del debito verso terzi e un aumento dei costi della gestione corrente come prospettato da Leasing (circa 11 milioni all'anno per 27 anni). Una cifra che inciderebbe come un ammortamento nei confronti della banca. Non è stato spiegato perché un investimento in proprio da parte della Città sarebbe insostenibile a causa della situazione debitoria della Città. In fondo, l'uscita contabile per le casse comunali sarebbe sempre più o meno uguale con la differenza che da una parte lo chiama debito, dall'altra aumento di costi di gestione corrente». C'è però l'opzione che prevede il riacquisto di Arena sportiva e palazzetto dello sport una volta ultimata la realizzazione... «È un'opzione interessante che può essere esercitata unilateralmente: dovrà essere attentamente valutata perché potrebbe presentare vantaggi. Il Municipio dovrebbe in tempo utile, quindi almeno un anno prima della realizzazione dei contenuti sportivi, presentare un messaggio al Consiglio comunale che spiega vantaggi e svantaggi di un riacquisto immediato di Arena sportiva e palazzetto dello sport in modo da consentire al legislativo di esprimersi».
Qual è la soluzione di compromesso che propone? «Allestire un rapporto che inserisca nel dispositivo di voto alcuni emendamenti, una parte dei quali sarebbe di competenza comunale lasciando intatto il contratto di Ppp - risponde il consigliere comunale -. Si potrebbe chiedere di creare un ente regionale per le infrastrutture sportive che consentirebbe di intervenire sulla gestione dell'arena sportiva e nel contempo di aumentare i contributi del Comuni limitrofi che assumerebbero il ruolo di cogestori e cofinanziatori». Cappelletti propone inoltre «il rispetto accresciuto dei doveri di esemplarità che si assumono i privati, negoziando nella quindicina di contratti futuri da siglare la limitazione dei subappalti e la richiesta di far capo il più possibile a ditte locali. Vorrei anche un aumento dell'organico della Città siccome stiamo parlando di un grosso cantiere con maggiori esigenze di controllo. Poi, nella fase 3, formalmente di competenza dell'investitore privato il Consiglio comunale potrebbe dare mandato al Municipio di negoziare ponendo un vincolo di almeno il 30% di alloggi a pigione moderata. Se questo non venisse accettato, la Città potrebbe adottare una variante di Piano regolatore inserendo questo vincolo che di per sé non intacca il contratto di Ppp».