Luganese

Lugano, il 2020 del Covid è da record per la Croce Verde

L'anno scorso sono stati trasportati 9'779 pazienti, battendo il precedente record del 2016 (9'570). L'80% degli interventi ha avuto carattere prioritario.

Nel 2020 le ambulanze della Croce Verde di Lugano hanno trasportato 9'779 pazienti: un record (Ti-Press)
11 febbraio 2021
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Anno da record per la Croce Verde di Lugano (Cvl). Nell'anno del Covid, il servizio ha infatti trasportato nelle sue ambulanze 9'779 pazienti, battendo il precedente record del 2016 (9'570). Leggermente aumentate invece le missioni: 10'472 contro le 10'411 del 2019.

Boom di pazienti affetti da patologie respiratorie: +300

Tre le grosse differenze rispetto all'operatività regolare, entrambe legate alla pandemia. In primis, la tipologia degli interventi: l'80% ha avuto un carattere prioritario, richiedendo l'attivazione immediata dell'ambulanza con i segnali di emergenza, contro il 69% dell'anno precedente. Secondariamente, è cambiato l'approccio con i pazienti: “Ormai da un anno il personale – si legge in una nota della Cvl – indossa sistematicamente dispositivi di protezione individuali (mascherina, camice, occhiali e guanti), ed è tenuto a igienizzare approfonditamente le ambulanze e gli apparati medici. In particolare, nel caso di intervento con paziente affetto da Covid o presunto tale, è prevista una sanificazione dell'ambulanza della durata di circa 45 minuti”. Terzo punto: il boom di pazienti affetti da patologie respiratorie: 300 in più rispetto al 2019. In aumento anche quelli in stato febbrile e/o infiammatorio. Stabili invece i pazienti psichiatrici (876).

Il 12% dei pazienti aveva il Covid

Sul totale dei pazienti trasportati, il 12% aveva il Covid, con punte nelle due ondate del 40%. Novembre è stato il mese col maggior numero di interventi (1'077), mentre ad aprile ce ne sono stati di meno (742), dato influenzato dal lockdown e dalla chiusura delle attività. E proprio a causa del lockdown il programma di corsi territoriali destinati a popolazione e aziende non ha potuto svolgersi regolarmente, e questi sono stati solo 171 contro i 411 dell'anno del 2019. Ridotta anche l'attività del Servizio medico dentario e durante il confinamento è stato mantenuto attivo solo uno degli studi abitualmente operativi su cinque.