Luganese

Atti sessuali con fanciulli, processo a porte chiuse a Lugano

Reo confesso, l'imputato ha dichiarato: "sono consapevole di essere un pedofilo". Accusato anche di aver scaricato 379 mila files pedopornografici

L'aula penale
(TI-PRESS)
11 febbraio 2021
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Un 49enne domiciliato nel Luganese siede da stamane davanti ai giudici della Corte delle assise criminali di Lugano con gli assessori giurati per rispondere di ripetuti atti sessuali con fanciulli, compiuti lungo due archi temporali distinti, per due anni, dal 2004 al 2006 nel Luganese e dal 2011 al 2014 nel Mendrisiotto. Le vittime: la figlia minorenne della sua compagna e la figlia di una coppia di stretti amici, vicini di casa, entrambe di età inferiore ai dieci anni.

L'imputato accusato di aver compiuto ripetuti abusi su due bambine 

Interrogato, a proposito della prima vittima, l'imputato ha detto di ammettere i fatti, ma che tutti i ripetuti atti sessuali elencati nell'atto d'accusa relativi alla prima vittima sono avvenuti in un solo giorno e non si sono protratti per due anni. Lavori precari, un apprendistato non terminato per problemi relazionali con il datore di lavoro, il 49enne abitava in Svizzera interna che ha lasciato per problemi di tossicodipendenza dall'eroina e dalla cocaina. «Sono entrato in cura e ho smesso una volta in Ticino». Perché non è andato dallo psichiatra anche per la sua attrazione per le bambine?», gli ha intimato la giudice, Francesca Verda Chiocchetti. «Sapevo di avere un problema e pensavo di trovare io una soluzione, ho cercato di staccarmi dai contatti con le due minori». «Eppure - ha controbattuto la giudice - di contatti ne ha avuti sempre molti. Il 49enne è stato arrestato l'anno scorso a febbraio, quando viveva con la sua ultima compagna e la di lei figlia nei confronti della quale non si registra nessun atto sessuale. 

«Ho letto la perizia psichiatrica e sono consapevole di essere un pedofilo» - ha dichiarato il 49enne. Che ha raccontato che da ragazzino ha subìto abusi sessuali da un coetaneo per diversi mesi, baci sulla bocca e toccamenti, una, due volte la settimana e che in cambio riceveva regali. «I miei progetti una volta fuori dal carcere? Risolvere il mio disturbo e tornare a lavorare. Come adulto non dovevo fare quello che ho fatto. Ho maturato questa convinzione, soprattutto quando ho conosciuto la mia nuova compagna».

Nei confronti dell'imputato c'è anche il reato di pornografia, che l'imputato ha ammesso, in particolare di aver scaricato 379 mila file di carattere pedopornografico. La perizia psichiatrica sull'imputato parla di disturbo narcisistico, e accerta la pedofilia del 49enne, e evidenzia inoltre come la sua capacità di discernimento era intatta nel momento in cui ha compiuto i reati. La perizia indica un forte rischio di recidiva e propone un trattamento ambulatoriale, che l'imputato sostiene di aver accettato di compiere sin dal giorno del suo arresto.