Luganese

Da Curio a Berna: 'Rivalutare i criteri per gli indennizzi'

Covid-19, grido d'allarme di Domenico Amodeo, indipendente, che scrive al governo federale e a Bellinzona: 'Troppe persone non hanno accesso agli aiuti'

Lettera indirizzata anche a Ueli Maurer, 'ministro' federale delle finanze (Ti-Press)
3 febbraio 2021
|

«I criteri di assegnazione delle indennità di perdita di guadagno legate all'emergenza sanitaria (Ipg Corona), di fatto, lasciano fuori molte persone che hanno bisogno di aiuto. È più facile per una grande azienda con grossi capitali e un importante fatturato riuscire a sopperire a una riduzione degli introiti al di sotto del 40%. Per i piccoli professionisti o un indipendente, come nel mio caso, è più difficile e bisogna far capo ai risparmi personali che si stanno esaurendo, mentre le perdite del 20-30% e oltre continuano e non danno accesso ad alcun tipo di aiuto. Lo trovo ingiusto. Per questo, mi sono permesso di suggerire il cambiamento legato alla soglia multipla: a secondo dell'entità della perdita si ha comunque diritto a un rimborso». A parlare è Domenico Amodeo, designer residente a Curio, che ha scritto direttamente a Berna ai consiglieri federali Guy Parmelin, Simonetta Sommaruga e Ueli Maurer, al consigliere di Stato Christian Vitta, al sindaco Marco Borradori e vari organi dello Stato. La lettera mette il dito nella piaga, partendo dalla sua situazione concreta: a lui è stata negata l'indennità perché il calo del suo fatturato è stato 'soltanto' del 36,5%. Pertanto, lui ha proposto che il 40% di perdita del fatturato sia compensato al 100%, con il 30%, l'indennizzo pari al 75%, con il 20% di riduzione il 50% dell'indennizzo e con il 10% il 25% di indennizzo. Un indennizzo che andrebbe negato solo a chi registra una riduzione inferiore al 10%.

'Penalizzati gli indipendenti'

Il grido d'allarme parte da Curio ma sicuramente riguarda una buona parte di piccole imprese e soprattutto la categoria degli indipendenti: è insufficiente la soglia del 40% di perdita per avere diritto a un indennizzo per i danni causati dalle decisioni governative tramite restrizioni, chiusure e limitazioni. Restrizioni che hanno indotto nell’economia direttamente o per effetto indiretto in tutte le aziende colpite in misura minore o maggiore a seconda del settore, dell'attività e della grandezza dell’azienda. Amodeo non mette in discussione, anzi considera necessarie le misure restrittive per combatte il diffondersi della pandemia. Ritiene tuttavia un dovere istituzionale la compensazione delle perdite subite per causa maggiore dalle aziende. Però, come detto, fatica a comprendere quali siano i principi alla base della definizione dei criteri di questo indennizzo: "Ora, se subisco il 35% di perdite (un terzo del mio fatturato) questo non viene ritenuto sufficiente per poter accedere all’Ipg Corona, non viene ritenuto sufficiente per poter accedere ai casi di rigore, non viene ritenuto sufficiente nemmeno da SuisseCulture per la nothilfe. Non ottengo nessun indennizzo. Ricevo lo stesso trattamento di chi effettivamente non ha subito perdite. La soglia per l’accesso di diritto all’Ipg Corona a settembre-ottobre era addirittura del 55%, poi ridotta, ma non retroattivamente, al 40%" scrive Amodeo.

'E i risparmi si stanno esaurendo'

ll designer insiste: "Per un piccolo imprenditore, un artigiano o libero professionista che riesce a fatturare 5'000-6'000 franchi al mese, riesce a vivere, a pagare l’affitto, le bollette, la cassa malati, le spese di esercizio. Ma un calo del 35% del fatturato significa che non è in grado di pagare più l’affitto, deve tirare fuori i propri risparmi e dopo un anno, mi creda, i risparmi non ci sono più. E non siamo di certo usciti dalla crisi, il percorso è ancora lungo. Il 20% di perdita di fatturato, il 15%, a volte, può rappresentare in alcuni casi un serio problema. Nonostante tale pratica e palese difficoltà non si ritiene sufficiente aiutare neanche in misura ridotta a chi è in tali difficoltà oggettive. Oggi l’Istituto con il compito di erogare l’Ipg Corona valuta gli incassi, il fatturato di quel mese e li confronta con quelli medi degli anni precedenti e su questo calcolo decide se viene o meno superata la soglia del 40%". Da qui, la proposta è di modificare i criteri di assegnazione dell’Ipg Corona rendendoli progressivi. È la seconda volta che il designer scrive a Berna, a Bellinzona e alle autorità locali. La prima, riguardava la mancata attivazione dopo l'estate dell'Ipg Corona e i relativi ritardi legislativi. Problema poi in parte risolto. Ora, il designer si chiede come mai non si voglia tener conto delle difficoltà concrete vissute da un numero crescente di persone.