Avallata la liquidazione di Lugano Airport Sa nata nel 2005 e la pista tracciata dal Municipio verso la gestione privata dello scalo.
Decolla finalmente la transizione verso la gestione privata dell'aeroporto di Lugano. Non senza discussioni. Rinviato il voto previsto nella precedente seduta, stasera il Consiglio comunale di Lugano ha praticamente ratificato il percorso che il Municipio aveva già deciso di intraprendere la primavera scorsa durante la prima ondata pandemica senza il coinvolgimento del legislativo. I gruppi hanno ribadito le posizioni espresse nella seduta del 5 ottobre. Il Plr si è espresso in maniera critica, più o meno come l'Udc, la Lega ha invece rinnovato il proprio sostegno, come ha fatto il Ppd e il messaggio è stato approvato poco prima delle 22.30 con 53 voti favorevoli. Luce verde quindi al credito d’investimento di 430'000 franchi necessari all’acquisto da Lugano Airport Sa (Lasa) della sostanza fissa perativa (infrastrutture di sicurezza, sistemi di comunicazione, equipaggiamenti, installazioni e strutture tecniche e veicoli) necessaria alla Città per gestire la struttura al valore concordato con l’ufficio di revisione e il liquidatore di Lasa. Non solo. È stato accordato anche il credito di gestione corrente per acquisire al prezzo di costo le scorte di carburante, liquidi per il disgelo dei velivoli e della pista e altri pezzi di ricambio per infrastrutture e attrezzature d’esercizio esistenti a fine maggio. Di riflesso, via libera pure all'aggiornamento del preventivo 2020 con il maggiore costo di poco meno di 982'000 franchi.
Particolarmente sferzanti gli interventi di Ferruccio Unternaehrer (Plr) che ha stigmatizzato il fallimento di una società pubblica chiedendo al Municipio di Lugano di coinvolgere il Consiglio comunale riferendo dell'ultima assemblea di Lasa e di Jacques Ducry (Indipendente) che ha stroncato l'uso di soldi pubblici per favorire la futura gestione dei privati dello scalo. Il titolare del Dicastero finanze e del 'Dicastero' aeroporto di Lugano Michele Foletti ha ribadito che il Municipio ha sempre voluto salvaguardare un bene prezioso della Città nell'interesse di tutti i cittadini. L'emergenza sanitaria non è stata una scusa, ha detto Foletti difendendo la messa in liquidazione di Lasa, in primavera non si poteva convocare la seduta di Consiglio comunale di Lugano. Ora, ci sono sette offerte per la gestione privata dello scalo come aveva richiesto il legislativo, ha osservato il titolare del dicastero. Il vero valore aggiunto è stato quello di salvare l'operatività dell'aeroporto. La tempistica è stretta: domani verranno chieste garanzie ai sette concorrenti, che settimana prossima riceveranno la lettera della Città per completare l'offerta, con l'obiettivo, ha detto, Foletti di arrivare a una scelta entro la fine dell'anno o all'inizio dell'anno prossimo. L'assemblea di Lasa è stata rinviata al 23 dicembre proprio per poter discutere in Consiglio comunale le istruzioni da dare ai rappresentanti della Città nel CdA di Lasa.
Non sono state votate le due richieste avanzate dai banchi della sinistra per incrementare il sostegno ai dipendenti di Lasa rimasti senza lavoro, con l'avvio della liquidazione di Lasa. La maggioranza del Consiglio comunale li ha bocciati anche per evitare disparità di trattamento fra i lavoratori della Città. In una votazione 'a cascata' è invece passato con 37 voti favorevoli (la prima volta e la seconda volta) il credito di gestione corrente di mezzo milione di franchi per finanziare un piano sociale a favore del personale di Lasa che ha perso l'impiego. Un emendamento è stato presentato dai consiglieri comunali Demis Fumasoli (Indipendente) Nicola Schönenberger e Danilo Baratti (Verdi di Lugano) e Edoardo Cappelletti (Pc) che hanno chiesto un piano sociale di 1,36 milioni di franchi a favore dei lavoratori rimasti a piedi, l'altro è stato sottoscritto da il gruppo socialista e da Cappelletti. Entrambe le richieste sono state pensate per incrementare l'aiuto pubblico alle persone senza lavoro, in particolare per tutti i dipendenti di Lasa, come avevano indicato i sindacati. Ora però, il 60% del personale e altri tre dipendenti sono stati ricollocati ma in posizioni più precarie e meno qualificate. La Città e soprattutto il Cantone avrebbe potuto fare di più, secondo la sinistra.
In apertura di seduta, il legislativo ha dato luce verde a due subingressi: Beatrice Reimann (Ps) al posto di Simona Buri mentre torna in Consiglio comunale Romolo Pignone (Plr) in sostituzione di Federica Zanchi. Numerose le attinenze comunali concesse dal legislativo. Intanto, i consiglieri comunali della Lega, che sono membri della commissione delle petizioni ma lo scorso settembre avevano rifiutato di esaminare le richieste di naturalizzazione, hanno fatto marcia indietro e nell'ultima seduta il presidente della commissione Michele Malfanti ha distribuito le circa 120 domande pendenti. Uno dei quattro leghisti che hanno 'scioperato', Enea Petrini, ha annunciato che il cambiamento di strategia è stato deciso dalla maggioranza del gruppo e che il merito dell'iniziativa è stato quello di sollevare la questione che non dovrebbe essere di competenza della commissione delle petizioni, come è stato chiesto di recente a livello di Parlamento cantonale.