Il giudice dei provvedimenti coercitivi decide a breve se disporre o meno il carcere. Mentre proseguono gli interrogatori delle persone vicine alla Curia
Il giudice dei provvedimenti coercitivi ha tempo fino alla mezzanotte per decidere se disporre o meno la carcerazione di Azzolino Chiappini, il sacerdote 80enne fermato venerdì, e del quale sabato sera la procuratrice pubblica Pamela Pedretti ha ordinato l'arresto con le ipotesi di reato di sequestro di persona, coazione e lesioni semplici per condotta omissiva. L'alto prelato, e professore emerito di teologia fondamentale alla facoltà di Teologia di Lugano, difeso dall'avvocato Elio Brunetti, avrebbe tenuto segregata nel suo appartamento al numero 2 di via Borghetto, situato accanto alla Cattedrale e nelle vicinanze della Curia vescovile, una donna di 48 anni di origine finlandese, priva del permesso di soggiorno. La donna sarebbe stata costretta nell'appartamento di Chiappini (di qui l'ipotesi di coazione avanzata dagli inquirenti) da una dozzina di anni e, quando al sacerdote chiedevano chi fosse, lui rispondeva che si trattava di una sua cugina o di una parente. Nella sua abitazione non entrava nessuno. Il sacerdote aveva più volte persino respinto gli operai chiamati dalla Curia per lavori di manutenzione. Un tema significativo che dovrà essere preso in esame dal giudice dei provvedimenti coercitivi per valutare la carcerabilità o meno di monsignor Azzolino Chiappini è l'avanzata età, ottant'anni e i segni della senescenza che non avrebbero avuto un ruolo trascurabile nella vicenda - ancora tutta da ricostruire - che vede protagonista l'alto prelato.
Intanto, dall'inchiesta emerge che il sacerdote soffrirebbe di acquisto compulsivo online e di disposofobia, il disturbo di accumulo. Quando gli inquirenti hanno fatto ingresso nell'appartamento dell'alto prelato si sono ritrovati di fronte a una miriade di scatole e, in fondo, in uno spazio angusto, il passaggio che conduce alla camera in cui sarebbe stata tenuta segregata la donna 48enne, incontrata online. Azzolino Chiappini sarebbe un accumulatore seriale di pacchi, di merce ordinata pare su Zalando. Pacchi di indumenti e scarpe nuove, molti dei quali ritrovati addirittura ancora chiusi. A vedere la desolata scena dell'appartamento di Chiappini, prima che la polizia disponesse i sigilli, è stato lo stesso vescovo di Lugano, Valerio Lazzeri, accompagnato all'interno dagli inquirenti.
Gli inquirenti dovranno fare luce anche sullo stato psichico della presunta vittima, la quale si sarebbe sin dall'inizio mostrata una persona confrontata con diverse fragilità.
Sul piano informativo, intanto, la Curia si attiene al comunicato stampa diffuso sabato sera, pochi minuti dopo quello in cui il Ministero pubblico confermava la notizia data dalla 'Regione' nel pomeriggio. «Non rilasciamo ulteriori dichiarazioni rispetto a quanto da noi comunicato sabato sera - dice, interpellato dal nostro giornale, Luca Montagner, l'addetto stampa della Curia -. Il caso presenta ancora dei punti da chiarire. E toccherà alla magistratura chiarirli». Il caseggiato in cui si trova l'appartamento di Chiappini, dove era segregata la 48enne, è di proprietà della Diocesi di Lugano, come risulta dal Registro fondiario: la Curia intende avviare eventuali cause giudiziarie considerato lo stato precario in cui è stato trovata l'abitazione al momento della perquisizione? Perentorio Montagner: «Non rilasciamo ulteriori dichiarazioni».
L'inchiesta penale procede a pieno ritmo. Anche oggi gli inquirenti hanno interrogato persone vicine alla Curia.
Intanto, la vicenda giudiziaria che investe monsignor Azzolino Chiappini, professore emerito della facoltà di Teologia, non scalfisce il progetto dell'Università della Svizzera italiana di affiliazione della facoltà di teologia all'Usi. La domanda, spiega da noi contattato il rettore dell'Usi, Boas Erez, verrà regolarmente inoltrata al Consiglio di Stato come già deciso da mesi. Chiappini, che dispone di un ufficio all'interno di Teologia, prontamente perquisito dagli inquirenti, si recava all'ateneo con una certa regolarità.