Scade domani il termine per inoltrare le opposizioni alla variante di Piano regolatore per la copertura della ferrovia, progetto da 70 milioni di franchi
Nuovi ostacoli sul cammino della copertura della trincea ferroviaria di Lugano e Massagno. Come confermato alla 'Regione', alle due cancellerie sono arrivati alcuni ricorsi alla variante di Piano regolatore necessaria per realizzare il maxi progetto da 70 milioni di franchi. Il termine ultimo scade domani sera e ancora entro l'inizio di settimana prossima – fa stato il timbro postale – potrebbero pervenire ulteriori opposizioni, pertanto i due Comuni preferiscono non quantificarle per il momento, sottolineando che si tratta di «alcune».
Fra queste, di certo, non vi è tuttavia quella dei Cittadini per il Territorio di Massagno. In un comunicato odierno l'associazione ha infatti spiegato di voler rinunciare a opporsi legalmente all'iter del progetto, dato che "arrischiamo di non vederci riconosciuta la legittimazione". Una rinuncia che fa notizia, in quanto negli anni scorsi l'ente ha dato battaglia seguendo varie vie democratiche – oltre ai ricorsi, è stato promosso anche un referendum comunale per la salvaguardia del quartiere Pasquée – per far valere le proprie ragioni. Ma invano, dato che nel corso dell'ultimo anno i Consigli comunali di Massagno prima e di Lugano poi hanno approvato la variante, sebbene anche in seno ai legislativi non siano mancati rapporti di minoranza provenienti dall'area rosso-verde. La variante è stata poi pubblicata in entrambi i Comuni il 30 settembre e come detto c'è tempo fino a domani per inoltrare ricorso.
Il progetto, ricordiamo, affonda le proprie radici negli anni Novanta, per concretizzarsi dall'inizio degli anni Duemila. Su una copertura di 500 metri circa di lunghezza si prevede la realizzazione del nuovo campus della Scuola universitaria della Svizzera italiana (Supsi) e in un secondo momento del parco urbano da 10'000 metri quadrati. E proprio quest'ultimo aspetto è ritenuto insoddisfacente dalla sinistra, che avrebbe preferito un'attenzione ancora maggiore alle aree verdi. Nell'area sono previsti infatti anche spazi per la politica dell'alloggio del Comune di Massagno. "Un Pr – scrivono i Cittadini per il Territorio – che prevede nuove zone edificabili non sostenute dalla clausola del bisogno (stabilita dalla Legge federale della pianificazione del territorio, ndr) non deve e non può essere approvato". Altro argomento che l'associazione continua comunque a ritenere primario nella propria opposizione, ormai non più legale, alla variante è quello finanziario: l'investimento netto da 70 milioni è ritenuto troppo oneroso per i due Comuni, in un periodo di crisi come attuale. Nelle intenzioni, una parte dell'importante opera dovrebbe essere finanziata dal Programma di agglomerato del Luganese 3 e una parte anche dal Cantone. I tempi di realizzazione sono invece spalmati sui prossimi 15 anni circa: i primi 5 per il campus Supsi e i successivi per la copertura e il parco urbano.