Luganese

Nuovi guai per il ‘re delle truffe’ espulso dalla Svizzera

L’ex consulente finanziario Alessandro Proto, a lungo residente a Lugano, presto in aula a Brescia per un altro raggiro

Per soldi
(TI-PRESS)
21 settembre 2020
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Nuovi guai giudiziari per Alessandro Proto, 46enne ex consulente finanziario, a lungo residente a Lugano, per anni titolare di una immobiliare in riva al Ceresio, espulso dalla Svizzera, in quanto ''persona non gradita''. Il prossimo 29 ottobre sarà processato dai giudici del Tribunale di Brescia per truffa e autoriciclaggio. L'ultima vittima dell' ''impostore'' dal titolo del libro autobiografico ''Io sono l'impostore. Storia dell'uomo che ci ha fregato tutto'', è una giovane donna svedese alla quale il ''re delle truffe'' avrebbe sottratto 376 mila euro, somma destinata all'acquisto di azioni che avrebbero consentito grossi guadagni. Soldi che la 36enne svedese non ha più rivisto. I fatti risalgono al periodo ottobre 2017-gennaio 2019. Quattordici mesi in cui Alessandro Proto è riuscito in più riprese a farsi consegnare l'ingente somma. La donna aveva conosciuto il ''re delle truffe'' a Milano durante la presentazione del libro ''Io sono l'impostare''. Avrebbe sottoposto alla donna la possibilità di guadagnare giocando in borsa su azioni più che sicure. Il libro autobiografico dell' ''impostore'' avrebbe dovuto suggerire alla 36enne svedese domiciliata a Milano una certa cautela. Nei mesi scorsi c'è stata l'udienza preliminare. In quella occasione Proto, che nega ogni addebito, ha preferito il giudizio dell'aula. Dal 12 giugno 2019 l' ''impostore'' è in carcere a Como, dopo l'arresto per una odiosa truffa ai danni di una 38enne milanese, malata da oltre sette anni di tumore (è deceduta nel marzo scorso) alla quale Proto aveva raccontato di non avere i soldi per trasferire in Italia il corpo della figlia di 10 anni morta in Ticino di tumore e di non essere in grado di pagare il ricovero del figlio di 8 anni in una struttura psichiatrica di Lugano. Tutte menzogne che avevano fatto leva sulla donna, indotta a versare sulla Posta Pay di Proto 132 mila 952 euro. L'accusa di autoriciclaggio attiene a entrambe le vicende: l' ''impostare'' avrebbe fatto sparire i soldi delle truffe caricando carte di credito virtuali per dedicarsi al gioco d'azzardo online.

Aveva tentato di scalare la proprietà del Corriere della Sera

Per la prima vicenda l'ex consulente finanziario, che aveva tentato di scalare la proprietà del Corriere della Sera, facendo scorrere fiumi d'inchiostro, l'11 novembre dello scorso anno, in sede di udienza preliminare a Como, è stato condannato a 4 anni di reclusione. Il giudice aveva pure disposto la confisca di 128 mila euro. Proto sperava di uscire dal carcere. È ancora dietro le sbarre.