Luganese

Ponte del Diavolo, la Città non esclude la zona 30 Km/h

Dopo l'incidente mortale del 2016 che vide vittime due giovani russi. Lo indica il Municipio rispondendo a un'interrogazione

L'incidente mortale del 2016
(TI-PRESS)
11 settembre 2020
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"Nell'ambito dello sviluppo futuro del progetto di riqualifica di via Riviera e via Cortivo è probabile che venga proposta l'introduzione di una zona 30 km/h per il tratto di via Riviera". È quanto scrive il Municipio di Lugano, rispondendo a un'interrogazione della Lega dei ticinesi presentata lo scorso gennaio, che chiedeva lumi sugli aspetti della sicurezza di questo tratto stradale del Ponte del Diavolo, dove, nel novembre 2016 si registrò il più grave incidente: un'auto di grossa cilindrata divelse la ringhiera sulla curva, in direzione di Cassarate, e finì nel lago causando la morte degli occupanti della vettura, due cittadini russi, un 23enne e una 19enne. L'Esecutivo fa tuttavia sapere che, la Polizia città di Lugano ha eseguito in febbraio un rilievo delle velocità e dei passaggi sulla tratta interessata e la velocità media registrata - con punte di 68-73 chilometri orari - è stata inferiore ai consentiti 50 chilometri orari: "si può affermare - scrive il Municipio - che il problema degli eccessi di velocità, nel tratto di strada del ponte del Diavolo, non sussiste". Seppure "la polizia cittadina continuerà comunque a monitorare le velocità sul tratto stradale interessato, procedendo se del caso anche a dei controlli di velocità repressivi". L'Esecutivo si dice inoltre "contrario alla posa generalizzata di barriere di protezione. Si ritiene che l'installazione di un sistema di protezione addizionale non sia che raramente giustificato, soprattutto in zona urbana, così come non lo è in modo particolare nel tratto stradale in zona ponte del Diavolo, oggetto della presente interrogazione".