Andrea Pagani ospite del Primo Agosto a Massagno traccia il successo elvetico nei tempi del coronavirus, dalla sanità alla scuola alla giustizia.
Parte dal 18 aprile del 1999, quando gli svizzeri si dotarono della nuova Costituzione, il discorso del Primo Agosto del procuratore generale Andrea Pagani, "consci – ha esordito il magistrato intervenuto nel Comune di Massagno – della loro responsabilità di fronte al creato, risoluti a rinnovare l’alleanza confederale e a consolidarne la coesione interna, al fine di rafforzare la libertà e la democrazia, l’indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e di apertura al mondo".
Pagani ha espresso parole quali libertà, unità, rispetto: "Princìpi – ha detto – che in questi ultimi mesi, in questi duri ultimi mesi, il popolo svizzero ha fatto propri e ha applicato giorno dopo giorno senza sbavature di particolare rilievo. Dobbiamo essere fieri di essere svizzeri, poiché lo Stato, in tutte le sue emanazioni pubbliche e para-pubbliche, ha dato prova di efficienza sin dall’inizio della decretata pandemia del Covid-19".
Da qui il chiaro riferimento a tutti quei servizi essenziali che hanno continuato a funzionare: la sanità, "i cui attori, d’ogni grado e mansione, non possiamo che ringraziare e virtualmente abbracciare"; la Polizia "che, sotto lo Stato di maggiore cantonale di condotta, ha saputo tenere alta la sicurezza del nostro Cantone, facendo rispettare le norme, in costante evoluzione, dell’ordinanza Covid del Consiglio federale"; la Giustizia, "in particolare quella della catena penale, che non poteva fermarsi, che ha gestito nei due mesi di chiusura e mi riferisco in particolare al Ministero pubblico, comunque circa 800 nuovi procedimenti penali, che non si sentono e non si vedono, ma che necessitano di impegno, spesso gravoso". Un impegno portato avanti anche con il telelavoro "che, prima delle chiusure, da molti, il sottoscritto compreso, veniva visto con diffidenza in particolare poiché pareva annientare il controllo sociale a cui il lavoratore, anche inconsciamente, è sottoposto in ufficio. Telelavoro invece che, se ben regolamentato e monitorato – e se svolto parzialmente – può produrre ottimi risultati a 360 gradi".
Una Svizzera, secondo il pg, che, pur nell'emergenza, ha saputo funzionare: "Ha funzionato alla grande, rispetto al resto del mondo, il sistema messo in alto dalle nostre autorità esecutive federali e cantonali di aiuto all’economia, alle attività commerciali e anche ideali di ogni genere. Sistema pensato e messo in atto con una velocità sorprendente, annientando, quasi, la burocrazia". Pagani ha così indicato il successo di questa positiva reazione della Confederazione nel lavoro ridotto, "che ha salvato imprese e, di riflesso, molti posti di lavoro", nell’erogazione di prestiti da parte delle banche, "a loro volta tutelate da garanzie fidejussorie della Confederazione. Facilitazioni, queste, che hanno permesso a tutti i beneficiari di sopravvivere". Anche se qualche "furbetto" – Pagani non ha mancato di ricordarlo – c'è stato: "Certo, qualche furbetto c’è stato, ma ai furbetti che hanno approfittato del sistema svizzero, ci pensiamo noi! Non preoccupatevi" ha tranquillizzato il procuratore generale.
Poi lo sguardo è andato alla scuola "con tutte le difficoltà dell’assenza di lezioni in presenza, l’educazione a distanza per tutti i nostri giovani studenti. I docenti, che come tutti noi, hanno dovuto inventare qualcosa di nuovo, hanno saputo garantire l’essenziale, permettendo agli allievi di mantenere un certo ritmo della giornata, sentendosi, così comunque ancora allacciati alla realtà". E ancora, "ha funzionato la catena della distribuzione di ogni genere di viveri. Non me ne intendo, ma non deve essere stato facile. Grazie a tutte e a tutti coloro che non ci hanno fatto mancare niente". Così i Comuni, "che sono la base, solida e di prossimità, della nostra invidiata democrazia. Hanno funzionato i Comuni anche per le numerose iniziative a favore della cittadinanza, segnatamente per chi necessitava – e ancora oggi necessita – d’aiuto. Gli anziani, in primis, a cui dobbiamo il nostro attuale benessere e che meritano tutta la nostra attenzione, costi quel che costi!".
Un'allocuzione che si è conclusa con la solidarietà intergenerazionale: "Quante persone della mia età, ma anche più giovani, hanno aiutato in ogni modo i meno giovani, gli over 65, portando loro a casa la spesa, accompagnandoli dal dottore o anche solo chiamandoli al telefono più spesso per farli sentire parte integrante della nostra società" ha chiosato Pagani senza non prima citare Spinoza, filosofo olandese del 1600, secondo il quale, chi detiene il potere ha bisogno che la gente sia affetta da tristezza o paura: "Io, invece, vi invito a non essere tristi, a non avere paura, ad essere ottimisti. Domani è un altro giorno e arriverà! Piano piano e con testa, torneremo a fare festa".