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Il luganese Mattia Vosti, influencer da un milione di follower

A 18 anni firma un contratto come affiliato del colosso cinese dei social TikTok. Intervista al giovane, che ci dice: ‘Può anche essere una professione’

In volo con un milione di follower: storia dell'influencer ticinese Mattia Vosti
1 febbraio 2020
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Ha la passione per il volo, ma allo stesso tempo i suoi piedi sono ben piantati per terra. È il 18enne Mattia Vosti di Lugano. Uno studente con sogni e speranze come qualsiasi coetaneo, ma che a differenza di molti di loro ha oltre un milone di follower sul social network TikTok. Non solo. Mattia ha firmato a novembre un contratto di un anno col colosso cinese, diventandone un affiliato: di fatto è un influencer. Ci ha aperto la porta di questo mondo – un po’ una selva oscura per chi ha superato i trent’anni –, raccontandoci la sua esperienza.

Partiamo dal principio: come ti è venuta l’idea di riprenderti o farti filmare mentre fai parapendio?
È una passione che mi ha trasmesso mio papà: il primo volo l’ho fatto in biposto con lui. Avevo 1 anno (ride, ndr). Poi a 16 anni ho ottenuto il brevetto e in quell’anno ho conosciuto anche l’applicazione musical.ly (come si chiamava allora TikTok, ndr). Mi è piaciuta da subito per la possibilità di fare video e aggiungere musica e poi per la sua immediatezza e la sua semplicità d’uso.

Gli utenti di TikTok sono milioni nel mondo. Come si diventa influencer?
Gli sviluppatori di musical.ly cercavano creatori che realizzavano video originali da mettere in evidenza. Siccome sull’app non c’erano parapendisti, la gente ha cominciato a seguirmi. Io lo facevo perché mi divertivo, perché era una mia passione e poi ho cominciato a seguire anche le challenge in voga e il seguito è aumentato, finché l’estate scorsa non ho avuto un’idea.

Quale?
Avendo tanti follower, ho pensato che avrei potuto fare pubblicità. Così ho scritto a TikTok chiedendo loro se fossero interessati. Il riscontro è stato positivo e a novembre mi hanno fatto un contratto affiliandomi per un anno. In cambio della pubblicità al loro logo sui miei video, ho ricevuto 4’000 franchi per la nuova vela di parapendio col logo e altrettanti per il lavoro vero e proprio. Mi hanno dato anche delle indicazioni, ad esempio devo postare almeno quattro clip al mese. Avere l’account verificato mi permette inoltre di avere più visibilità e i video che carico diventano virali più frequentemente.

Un circolo virtuoso dunque. L’effetto emulazione è dietro l’angolo e TikTok è un social molto amato dai giovanissimi. Senti mai responsabilità?
La maggior parte dei miei seguaci proviene dalla Germania o dagli Stati Uniti, non ho quindi l’opportunità di conoscerli. Un’interazione c’è: sono gentili, spesso mi fanno complimenti, mi arrivano richieste su quel che vorrebbero vedere o mi chiedono consigli. Io ho sempre spiegato che bisogna avere una certa età e soprattutto è necessario aver fatto una formazione. Inoltre, quando i video diventano virali l’app stessa inserisce un avviso spiegando che chi lo realizza è un professionista.

A proposito, ieri si è tenuta una serata alla Città dei mestieri per presentare la figura dell’influencer, contestata dai Comunisti,in quanto illuderebbe i giovani. Che ne pensi?
Come giovane ho molte aspettative dalla vita e credo sia giusto averle. Alcuni credono che chi fa l’influencer non faccia nulla e quindi vogliono diventarlo per questo ma è un ragionamento sbagliato. Allo stesso modo non è vero che chi ci arriva è solo per fortuna: ci sono dietro anche impegno e costanza. Quindi può essere un vero lavoro e trovo sia giusto che se ne parli, ma con cautela. Io comunque mi do delle priorità, ho la scuola che è importante.

E tu da ‘grande’ cosa vuoi fare?
Sto studiando per la maturità federale e mi piacerebbe diventare docente. Il mio sogno è studiare zoologia ma è un percorso complesso e con pochi sbocchi in Ticino. Sto vivendo molto leggermente il fatto di essere influencer. Se un domani non dovesse più funzionare, vorrà dire che è stato un bel periodo.