Il papà di Damiano fa il punto sull'attività svolta dell'omonima fondazione: 'Raccontando testimonianze dirette nelle classi si ha un effetto maggiore'.
Un colpo secco e inaspettato alla pancia ticinese. L’uccisione di Damiano Tamagni – a causa di un pestaggio il 1° febbraio del 2008, durante il Carnevale Stranociada di Locarno – è una ferita ancora aperta, probabilmente indelebile. Per la nostra società, che registra purtroppo regolarmente ancora casi di violenza. E soprattutto per la famiglia del giovane. Una famiglia che ha trovato la forza di reagire e l’ha fatto creando la Fondazione Tamagni, con lo scopo non solo di ricordare la vita e l’assurda morte di Damiano, ma anche con una significativa funzione sociale: prevenire la violenza giovanile e aiutare le famiglie coinvolte.
Le statistiche non dicono tutto
Alla luce di quanto accaduto a Viganello il 17 dicembre e della fiaccolata organizzata per lunedì prossimo, abbiamo sentito il papà di Damiano, Maurizio Tamagni, per fare il punto su quanto svolto dalla fondazione sul tema della violenza in Ticino. «Purtroppo eventi violenti continuano a capitare – osserva –. Questo di Viganello ha avuto un esito tragico e quante volte veniamo a sapere di pestaggi come quello al Carnevale estivo di Giumaglio o quello dell’estate scorsa a Muralto? Senza contare poi quelli che passano inosservati o quasi. Le statistiche magari riferiscono di meno episodi segnalati, ma da noi (alla fondazione, ndr) si rivolgono regolarmente delle persone».
Primo, sensibilizzare con testimonianze dirette
E voi cosa potete fare? «Hanno bisogno di essere capiti, specialmente i genitori ma anche i ragazzi: è molto importante essere ascoltati. Poi dipende tutto dai casi. Quando possiamo, cerchiamo di consigliare a chi rivolgersi». In questi anni avete fatto molte attività di sensibilizzazione. Qual è la risposta dei giovani? «Sicuramente sono ricettivi. Secondo me è importante renderli consapevoli del fatto che sono cose che succedono realmente, con conseguenze gravi, non nei telefilm o nei videogiochi. Parlando con le classi, ho visto che raccontando la testimonianza diretta si ha un effetto maggiore».
E un concorso di disegno
La Fondazione organizza da anni anche il concorso di disegno ‘Un Carnevale divertente per tutti’. «Siamo in fase di valutazione ora. È rivolto alle Scuole medie: i docenti hanno l’occasione di far riflettere i ragazzi. I manifesti sono stampati sui treni e vanno a tutti i Carnevali», perché la sensibilizzazione non è mai troppa.