Luganese

A Lugano una mozione per ridurre gli sprechi alimentari

Sara Beretta Piccoli e altri 14 consiglieri comunali chiedono alla Città di impegnarsi maggiormente a recuperare cibo che altrimenti andrebbe buttato

Ti-Press
2 gennaio 2020
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"Collaborare attivamente a ridurre gli sprechi alimentari sfruttando le piattaforme già esistenti in ambito privato, in modo da realizzare concretamente ed in modo rapido il recupero di cibo non solo da privati, ma anche da mense scolastiche e/o aziendali, come pure da catering organizzati dalla città, là dove questo cibo non viene recuperato in altro modo". È questa la richiesta contenuta nella mozione indirizzata al Municipio di Lugano da Sara Beretta Piccoli e sottoscritta da altri 14 consiglieri comunali di tutti i partiti. Tra le iniziative già attive sul territorio vengono citate ad esempio apposite App (come TooGoodToGo e Shelfiebag) con le quali si può riservare e ritirare il cibo invenduto sia da negozi al dettaglio sia da ristoranti a prezzi irrisori, evitando così lo spreco alimentare.

Per diminuire l'impatto ambientale

Nella mozione viene ricordato che la riduzione degli sprechi alimentare è uno dei modi per contribuire a ridurre le emissioni di CO2 e l’impatto ambientale a favore della sostenibilità e contro i cambiamenti climatici. "Di fatto secondo i dati forniti nell’ambito di uno studio dell’Ufficio Federale dell’ambiente (Ufam) pubblicati sul sito della Confederazione, il cibo prodotto ma non consumato genera inutili emissioni di CO2, perdita di biodiversità e consumo di superfici coltivabili e acqua. Il 25 per cento dell'impatto ambientale dovuto agli alimenti in Svizzera è da attribuire alle perdite alimentari evitabili (food waste). Ciò corrisponde a circa la metà dell'impatto ambientale del trasporto motorizzato privato in Svizzera", si legge nel testo che verrà sottoposto al Legislativo.

La mozione cita poi uno studio della Confederazione secondo cui i rifiuti alimentari in Svizzera, dal commercio al dettaglio e dai grandi distributori (filiali di Coop, Migros, Aldi, Lidl, Denner, Spar e Volg) ammontano a circa 100’000 tonnellate l’anno, di cui il 95 per cento può essere evitato. "La maggior parte di questi rifiuti appartiene alla categoria dei 'cibi invenduti'. Si tratta principalmente di perdite di distribuzione (offerta eccessiva, magazzinaggio o pianificazione di magazzino e trasporto). Si stima che lo smaltimento delle 95’000 tonnellate di rifiuti alimentari commestibili, e pertanto evitabili, costi complessivamente al commercio al dettaglio 10 milioni di franchi l’anno (fermentazione e compostaggio)".