A maggioranza, il Consiglio comunale mantiene il moltiplicatore al 77 ma il preventivo 2020 va in deficit
Non è riuscita, per il terzo anno consecutivo, la riduzione del moltiplicatore d’imposta nell’ultima seduta dell’anno a Lugano. Con 28 voti favorevoli la proposta del Municipio ha prevalso su quella della commissione della Gestione che ne ha raccolto 24.
Niente da fare quindi per la proposta di Michel Tricarico (Ppd), che nel dibattito di entrata in materia, ha salutato positivamente il documento finanziario del Municipio e difeso la proposta di riduzione del moltiplicatore d’imposta al 75%. «Una riduzione sostenibile alla luce del buon andamento dell’economia svizzera, con i tassi d’interesse stabili e ampiamente giustificato rispetto ai buoni risultati delle finanze della Città. Invitiamo il Municipio a fare pressione sugli oneri di centralità per ottenere una migliore perequazione con i Comuni confinanti con Lugano». In altre parole «la Città ha bisogno di un nuovo slancio e la componente fiscale non è un optional». Il vicecapogruppo della Lega Lukas Bernasconi: «La Gestione ha più volte esortato l’esecutivo a un maggiore rigore sulla spesa, cosa che non è più successa dopo il 2018 e dopo le sopravvenienze degli ultimi anni. Quanto al moltiplicatore d’imposta, l’anima sociale della Lega ci ha spinto a chiedere di riattivare il Progetto lavoro per favorire l’occupazione dei giovani. Solo se passa il nostro emendamento, non voteremo la riduzione del moltiplicatore». Karin Valenzano Rossi (Plr), «la casse cittadine stanno meglio ma si rileva un allentamento dei cordoni della borsa. Però, non è una misura fuori luogo la riduzione del moltiplicatore d’imposta al 75 né uno scandaloso regalo ai ricchi che anche loro contribuiscono al benessere della città». Una riduzione che rappresenta «un atto dovuto. Mantenerlo al 77%, non è rispettoso nei confronti del ceto medio, né dei cosiddetti ricchi». Il presidente della Gestione Ferruccio Unternaerer (Plr) ha votato contro la riduzione al 75. «La direzione verso la quale ci sta conducendo il Municipio non è quella giusta, mancano il bilancio ambientale e sociale e un indirizzo verso la sostenibilità ecologica, economica e ambientale e le misure urgenti per fronteggiare il cambiamento climatico», ha sostenuto Nicola Schönenberger (Verdi) a cui non piace la proposta di riduzione del moltiplicatore al 75% né l’immobilismo della Città sul tema della pianificazione del territorio. Nemmeno il Ps voterà questo preventivo, ha spiegato la capogruppo Simona Buri, né la riduzione proposta: «Noi perseguiamo una politica cittadina ambientalista, solidale e paritaria: si tratta di favorire la transizione ecologica dell’economia e del vivere sociale! Ma il preventivo 2020 non comporta sufficienti elementi di coraggio per perseguire una simile politica e rimane ancorato a una visione passatista dello sviluppo e del benessere, che crea purtroppo inquinamento, esclusione e discriminazioni di genere». In altre parole, occorre fare di più a favore degli esclusi. Tiziano Galeazzi (Udc) è invece critico sul tema dell contenimento della spesa corrente. Quanto agli emendamenti della sinistra «non si può volere tutto e subito» ha concluso Galeazzi. Raide Bassi (Udc) ha poi spiegato che, dopo lunghe discussioni interne, tutto sommato il gruppo è d’accordo con la riduzione dal 77 al 75% «ma non si vada oltre nei prossimi anni cercando di mantenerlo stabile».
Michele Foletti, titolare del Dicastero Finanze ha messo in guardia il legislativo: «Evitate di fare lo stesso errore dal 2010 al 2014. Fra le dieci città svizzere siamo quella con il moltiplicatore d’imposta più basso. Peccato che da questo Consiglio comunale dal 2013 non è mai uscito un preventivo con un avanzo d’esercizio». Gli argomenti a favore della riduzione sono fuorvianti e «la proposta di riduzione non è un buon segnale: così, si illudono i cittadini. Vero che siamo in campagna elettorale ma i consiglieri comunali hanno sul tavolo il progetto del Polo sportivo che comporterà un aumento del fabbisogno di 13 milioni l’anno. E abbiamo ancora un indebitamento verso terzi di poco meno di 900 milioni di franchi». Gli ha fatto eco il sindaco di Lugano Marco Borradori invitando il legislativo a vedere il “bicchiere mezzo pieno”.
Un’alleanza fra Ps e Lega ha fatto passare, a sorpresa, un paio di emendamenti al preventivo. Il primo è quello per riattivare il Progetto lavoro iniettando fino a 2,5 milioni di franchi, per dare ossigeno e più possibilità occupazionali ai giovani disoccupati e agli over 55. Sulla stessa linea le tre richieste del gruppo Ps-Pc e Verdi. La prima presentata da Edoardo Cappelletti (Pc) ossia introdurre undici unità supplementari di personale in formazione che costerebbe 160’000 franchi. Questi due emendamenti hanno ottenuto la maggioranza per il rotto della cuffia (25 favorevoli, 24 contrari, il primo; 28 sì e 24 no, il secondo). Raoul Ghisletta (Ps) ha presentato le altre due: una chiede il raddoppio dei programmi occupazionali (con 621’440 franchi di nuovi oneri) che è stata accolta con 26 voti favorevoli e 25 contrari. Bocciato invece, con 41 voti contrati e 12 favorevoli, il potenziamento degli operatori sociali che costerebbe poco più di un milione. La Gestione, nel suo rapporto, come hanno messo in evidenza Unternaerer e Peter Rossi, ha criticato il fatto che la Città riesca ad offrire solo 29 posti di formazione (pari al 2,3% degli effettivi dell’amministrazione della Città).
Prima del voto, il sindaco Marco Borradori ha espresso condivisione di spirito in merito all’emendamento proposto da Cappelletti: «Si potrebbe incrementare e migliorare ma undici è un obiettivo proibitivo, non dal profilo dei costi ma difficile perché i 28 formatori seguino già decine di giovani. Il progetto lavoro, sarei d’accordo sul principio ma non c’è un ‘cammino’ per arrivarci. Concedeteci alcuni mesi per allestire un messaggio strutturato». Michele Foletti ha invece ricordato che «ne abbiamo discusso in Municipio e lo scorso settembre abbiamo dato mandato alla Divisione della socialità di presentarci un progetto proattivo». Dateci ancora dieci mesi, ha proseguito, vi assicuro che non è un problema di soldi ma di coordinamento con le misure cantonali».