Fa parte del patrimonio immobiliare del comune italiano. La Sopraintendenza di Genova la ritiene un bene storico pubblico inalienabile
A Campione d'Italia piove sul bagnato. E non è un modo di dire, come stanno a dimostrare i fatti negativi che si susseguono da quasi due anni. Anche la Soprintendenza ai beni storici di Genova si è messa di traverso bocciando l'alienazione da parte del comune di Campione dell'Italia della villa posseduta a Bordighera, in quanto considerata alla stregua di un bene storico. È così per ora svanita la cessione del primo gioiello di famiglia messo in vendita dal comune per recuperare risorse finanziarie, vero e proprio ossigeno di cui il comune dell'enclave, sommerso da una montagna di debiti (oltre 40 milioni di euro) è molto carente.
La villa di Bordighera lo scorso agosto era stata ceduta per oltre 600 mila euro a una società immobiliare del posto. Una somma che avrebbe consentito al commissario prefettizio Giorgio Zanzi di pagare i fornitori di servizi, come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Il comune ha impugnato la decisione presa dalla Soprintendenza ligure. Passeranno mesi prima che la situazione possa sbloccarsi.
La villa di Bordighera ha una sua storia, tutta la raccontare. È entrata a far parte delle proprietà del Comune (valgono 40 milioni di euro quelle messe in vendita) dopo averla ricevuta in eredità, assieme a un altro immobile (valore 1,4 milioni di franchi) di viale Marco da Campione d'Italia, Carlo Franchini, ex sindaco di Campione d'Italia, amico fraterno di Oscar Scalfaro, politico democristiano di lungo corso, ex presidente della Camera, nonchè della Repubblica italiana.