Porlezza: sul lato italiano del lago scoperto nella carne del pesce un vermetto rosso lungo fino a 4 centimetri. Colpevoli i cormorani
Un vermetto rosso, sottile e lungo sino a 4 centimetri. È il parassita appartenente al genere Eustronglydes che è stato rilevato nei filetti di pesce persico pescato nel Ceresio e che ha suscitato allarme e preoccupazione fra i pescatori professionisti comaschi del lago di Lugano. E considerato che i pesci del Ceresio non si fermano in frontiera, è scontato che il problema c'è anche per i pescatori ticinesi. Non è la prima volta che l'indesiderato vermetto fa la sua comparsa nelle acque transfrontaliere. Era stato scoperto lo scorso anno nell'alto Verbano, mentre in Italia sino ad ora era stato registrato un solo precedente: nel lago di Trasimeno, dov'è in corso un programma di sorveglianza programmato dalla Regione Umbria. Se il persico con vermetto viene consumato crudo può causare effetti indesiderati come gastriti, dolori addominali, nausea, febbre e motivo. Per neutralizzare il parassita è sufficiente cuocere il persico, per oltre un minuto a temperatura superiore ai sessanta gradi, o congelare a partire da meno venti gradi, per ventiquattro ore. È attraverso svassi e cormorani che il parassita si è manifestato nel persico del Ceresio.
Ma come l'indesiderato vermetto è riuscito a 'contagiare' i persici del Ceresio? La risposta arriva dall'Ufficio territoriale Insubria di Como, braccio operativo dell'Agenzia di tutela della salute dell'Insubria, che segue la pesca sui laghi comaschi: gli adulti del parassita vivono nell'apparato digerente degli uccelli ittiofagi, ovverosia cormorani e svassi. Le uova, eliminate con le feci, cadano in acqua, per dare vita a un prima forma larvale che viene mangiata da vermi che vivono a contatto con il fondale. Vermi che a loro volta vengono mangiati dai persici. Il ciclo è stato accertato dagli esami di laboratorio eseguiti dagli esperti dell'Agenzia di tutela della salute dell'Insubria, che ha disposto il divieto di vendita del persico del Ceresio. Quali i risvolti sanitari? Innanzitutto, non si ha notizia che il pesce persico viene consumato crudo. Fatto questa premessa, Ats Insubria informa che il 'vermetto' può causare reazioni allergiche legate ai prodotti liberati dalle larve, come dolori addominali, nausea, vomito e gastriti. Insomma, cormorani e svassi si confermano un pericolo pubblico , non solo per i pesci a rischio estinzione, con danni alla pesca sportiva e professionista, ma anche per la salute dell'uomo. Pericoli avvertita dalla Regione Lombardia che per la difesa dell'ecosistema in questi giorni ha deciso l'abbattimento di 993 cormorani sui laghi Ceresio, Maggiore, Lario e Garda.