Condannato un 43enne croato residente in Italia, colpevole di dieci furti, di cui cinque in città con alle spalle un lungo curriculum criminoso
Un passato fitto provvedimenti penali, ben 33, tutti decisi da autorità giudiziarie italiane, un presente e un futuro dietro le sbarre della Stampa dove si trova dal 31 dicembre dell’anno scorso quando venne arrestato. Un 43enne di nazionalità croata nel tardo pomeriggio di oggi è stato condannato a due anni mezzo di prigione da espiare e all’espulsione dalla Svizzera per sette. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di sette furti consumati e tre tentati nel giro di poco più di due anni fra il 2016 e il 2018, di cui cinque in abitazioni di Castagnola e Lugano.
Orologi preziosi, gioielleria di ogni tipo, una cassaforte, beni di lusso e di valore affettivo per le vittime sono il bottino delle ruberie del 43enne che ha agito con uno o due complici. Un bottino che complessivamente si aggira sui 300’000 franchi. L’imputato, condannato pure per danneggiamento, violazione di domicilio, ricettazione, ieri di fronte alla Corte delle Assise Criminali presieduta da Francesca Verda Chiocchetti ha sostanzialmente ammesso i reati che gli sono stati prospettati. Si è giustificato adducendo motivi economici: «Non avevo i soldi per mantenere la famiglia e i miei quattro figli, di cui una in cura chemioterapica». L’imputato ha chiesto scusa alla Svizzera, alle persone che ha derubato e ha chiesto di uscire di prigione perché gravemente malato di diabete, perché in Italia potrebbe ricominciare a lavorare in una cooperativa sociale, perciò accetterebbe anche il periodo massimo di espulsione dal Paese.
Però, la Corte ha confermato l’atto d’accusa del procuratore pubblico Roberto Ruggeri e le aggravanti dei furti commessi per mestiere e in banda, per procacciarsi una fonte alternativa di reddito. In precedenza, il procuratore lo aveva dipinto come uno «spregiudicato professionista del crimine, un pericoloso delinquente e frontaliere del furto. I suoi precedenti penali potrebbero rientrare in un romanzo criminale». La Corte ha pure confermato l’impostazione dell’accusa pur riducendo la richiesta di pena di tre anni di prigione da scontare e l’espulsione dalla Svizzera per 8 anni: il 43enne ha commesso reati gravi scegliendo in modo oculato gli obiettivi. L’avvocato Luca Maghetti ha invece chiesto clemenza, siccome l’indigenza dell’imputato è manifesta (ha debiti di 60’000 euro con il fisco italiano): «È un ladro consumato ma si è assunto le proprie responsabilità e ha un lavoro che lo aspetta al suo domicilio in Italia».