I dipendenti dello scalo erano stasera in piazza della Riforma per consegnare la petizione nelle mani dei commissari della Gestione
«Sto ancora contando le firme, possiamo sentirci più tardi?». Roberta Passardi, granconsigliera Plr, presidente della associazione Avio Ticino nata a inizio settembre e da oltre 30 anni pilota di volo a vela in aliante, a metà giornata preferisce mantenere riserbo sul numero di quanti hanno sottoscritto la petizione, lanciata meno di due settimane fa, il 12 settembre, contro la chiusura dell’aeroporto di Lugano. Solo in serata il numero verrà reso noto: 8'070. Le firme sono state consegnate stasera ai membri della Commissione della Gestione, in occasione della riunione per l’esame del messaggio municipale sulla ricapitalizzazione di Lugano Airport Sa (Lasa) e sul suo rilancio che approderà ai voti del Consiglio comunale il prossimo novembre.
Insieme al comitato del sodalizio, numerosi dipendenti dello scalo cittadino, i loro familiari e i rappresentanti dei sindacati Ocst e Unia, hanno accompagnato in Piazza della Riforma la consegna della petizione che ha raccolto sia adesioni cartacee, attraverso i classici formulari, sia online (circa mille delle settemila). Una petizione che rimarrà aperta e che potrà dunque essere ancora sottoscritta. Era aperta anche agli stranieri, «che sono stati tuttavia un’esigua parte», ma in ogni caso non ai minorenni.
Ma, a parte la solidarietà e il sostegno che si possono a giusta ragione esprimere ai dipendenti, come è possibile salvare l’aeroporto di Lugano se verranno meno i voli di linea? «Intanto premetto che sono rimasta piuttosto basita del dibattito attorno all’aeroporto, perché nessuno ha considerato il numero di famiglie a rischio» – evidenzia Roberta Passardi, che aggiunge: «Una regione come Lugano, come il Ticino, ha bisogno di un aeroporto. In questo momento noi non entriamo nel merito del messaggio del Consiglio di Stato né in quello del Municipio di Lugano. In questo momento è per noi importante sensibilizzare le cittadine e i cittadini ticinesi sul sedime dell’aeroporto di Lugano-Agno che deve essere mantenuto. Non possiamo infatti dismettere quel sedime, è troppo importante. Che sia aviazione di linea o aviazione generale, quello si vedrà, a dipendenza di come si potranno sostenere i costi di questa struttura. Ma una regione senza un aeroporto sarebbe assurdo. È chiaro che se noi diamo un segnale sia come cittadini sia come politica che l’aeroporto resterà al suo posto, allora ecco che possibili investitori o compagnie potranno essere poste di fronte a solide certezze».
Duecento persone lavorano all’aeroporto, di queste, 77 alla Lasa e i restanti sono taxisti, l’autonoleggio, il personale dei ristoranti, del chiosco. Poi ci sono 1400 posti indotti attivi in società che hanno indirettamente a che vedere con lo scalo cittadino e i servizi annessi. La petizione consegnata ieri alla Commissione della Gestione di Lugano mette al primo posto la salvaguardia dei posti di lavoro. Ivo Carrozzo è uno dei 77 dipendenti di Lasa, agente di sicurezza allo scalo, 49 anni, che dice: «Il Ticino non può fare a meno dell’aeroporto. Noi con la consegna delle firme non chiediamo l’elemosina né pietà: è un gesto d’orgoglio, il nostro, un gesto concreto per ciò che facciamo ogni giorno con passione e serietà». Ancora Roberta Passardi: «La nostra petizione mette in luce anche le conseguenze nefaste che comporterebbe in termini economici una chiusura e poi una riapertura dello scalo, che si ripercuoterebbe su un’ampia realtà di aziende e società. Una volta chiuso, ripartire da zero sarebbe problematico. Vanno inoltre considerate le conseguenze fiscali. Manager che non avessero più la possibilità di uno scalo a Lugano potrebbero trasferire le loro società altrove».
Per Lorenzo Jelmini, Ocst, è stato quello di stasera «un prezioso momento per far incontrare i dipendenti con la politica. Far capire ai politici che si tratta di una realtà vera, di persone e non di un’entità astratta». Jelmini ricorda il recente importante traguardo del rinnovo del Contratto collettivo di lavoro per i dipendenti dell’Aeroporto e assicura: «Con i dipendenti siamo in costante contatto e in ascolto delle loro preoccupazioni». Il sindacalista è inoltre certo che dietro a molte dichiarazioni espresse dai vertici delle compagnie aeree negli ultimi mesi «ci sono strategie, doppi giochi e speculazioni per meri fini concorrenziali».