Intervista al direttore del Liceo Lugano 2 che lascia dopo 40 anni di insegnamento e commenta negativamente l’impatto dei tagli alla formazione.
Aurelio Sargenti ci accoglie nel suo ufficio con un sorriso affabile che fa svanire quel senso di irrequietezza provato di fronte a un “sore” prima di un “espe” o di un’interrogazione a cui arriviamo senza la dovuta preparazione. Il direttore del Liceo Lugano 2 di Savosa andrà in pensione quest’anno e insegnava già quando il sottoscritto frequentava l’istituto, più di trent’anni fa. E l’incontro si trasforma in un colloquio informale che muove dal suo “pallino” per la cultura, la cui offerta è stata ampliata e promossa nella sede, sia per allievi e docenti, sia all’esterno rivolta ai cittadini del territorio.
Come si è tradotta l’idea di far diventare l’istituto un punto di riferimento per la popolazione del comprensorio?
Accanto alle tradizionali conferenze offerte alle classi dai vari gruppi disciplinari, abbiamo istituito dei cicli di conferenze – spiega il direttore –. Uno è ‘Lavori in corso’ con protagonisti nostri ex allievi invitati a raccontare il loro percorso accademico. L’altro è ‘Incontri in biblioteca’ in cui i docenti dell’istituto illustrano le loro ricerche e pubblicazioni.
In otto anni il Liceo Lugano 2 ha ospitato ben più di 120 relatori. Come vi siete posti rispetto alla già ricca offerta del Luganese?
Abbiamo cercato di offrire proposte complementari. È essenziale che il nostro istituto continui a essere un luogo di cultura e non solo un’agenzia formativa dispensatrice di diplomi e di parole d’ordine verso un futuro professionale ben definito e possibilmente ben remunerato. Un luogo (qui, il direttore cita il filosofo francese Michel Smadja) dove si impari a ‘diventare un cittadino’, cioè un essere umano che non vuole agire solo per il proprio interesse, ma che vuole elevarsi al di sopra dell’immediatezza e del facile soddisfacimento di ogni pulsione. Ogni genitore e ogni adulto sono chiamati a prendere su di sé questo ruolo di educatore collaborando con la scuola, senza scaricarle con leggerezza questo incarico.
In un mondo in cui lo sviluppo della tecnologia, in tutti i settori, induce a lavorare di più e più in fretta, quali sono i pericoli?
C’è il rischio di pregiudicare la qualità della vita e del lavoro. Questo si riflette nel calo dei contenuti nella produzione dei mezzi di informazione. Sono molto preoccupato perché si assiste a un livellamento verso il basso. La scuola rischia di rimanere l’ultimo baluardo a difesa della cultura. Dall’anno scolastico 2022/23 i licei dovranno introdurre tra le materie obbligatorie l’insegnamento dell’informatica; gli studenti non devono essere solo introdotti al mondo digitale, ma devono anche comprendere i concetti fondamentali dell’informatica: essa deve essere intesa come scienza e non come l’uso acritico della tecnologia.
Qual è il bilancio di quarant’anni di insegnamento a contatto diretto con i giovani?
Sono stati una bellissima opportunità. Fino al termine dell’adolescenza le ragazze e i ragazzi si attengono generalmente ai principi di integrità morale, di giustizia e rettitudine. Quando sbagliano sanno riconoscere i loro errori e assumersene le responsabilità. Cosa che a noi adulti spesso riesce difficile. I giovani non sono ancora contaminati dal virus dell’egoismo, dell’intolleranza, dell’utilitarismo che caratterizza il mondo degli adulti…
La 16enne Greta Thunberg ha fatto presa anche al Liceo Lugano 2…
Gli studenti si sono mostrati molto interessati e sensibili verso l’immobilismo politico rispetto ai cambiamenti climatici. L’hanno riconosciuta come una di loro, perciò è stato forse più facile condividere le sue rivendicazioni. Peccato però che non c’è stata, come bene hanno fatto gli studenti del Liceo di Locarno, una riflessione sulle uscite culturali delle classi di maturità che arrivasse a escludere l’uso dell’aereo come mezzo di trasporto; infatti alcune nostre classi di quarta, accompagnate dai loro docenti, nel prossimo ottobre raggiungeranno con l’aereo le città di destinazione da loro scelte. Forse, in questo caso, si è persa un’occasione per contribuire, con un piccolo sacrificio, alla lotta per il miglioramento delle condizioni climatiche del nostro pianeta. Il tasso di partecipazione degli allievi del Liceo di Lugano 2 ai due scioperi per il clima tenutisi di venerdì è comunque stato molto alto.
Un esempio, quello del ‘fenomeno’ Greta di come la scuola può e deve interagire con quanto succede fuori dalle aule…
Oltre ad accompagnare gli allievi a conseguire la maturità, la scuola deve preparare i cittadini di domani, deve continuare a essere un luogo dove ‘coltivare la curiosità intellettuale’ e ‘lo spirito critico’ che diano a ciascun individuo la possibilità di capire il mondo e di provare a modificarlo. Il lavoro di direzione è come una partita di calcio, alla quale si può assistere da tifoso più o meno critico, seduto in tribuna, oppure scendere in campo a giocarla con i propri compagni e con tutto l’impegno possibile. A volte si vince, a volte si perde, ma io, come canta De Gregori, non ho mai avuto paura di sbagliare un calcio di rigore perché non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore.
Negli ultimi anni la scuola ticinese ha subito significativi tagli finanziari, quali sono le conseguenze?
L’impatto è stato negativo sia sull’attività didattica sia sulla progettualità pedagogica. Anche la gestione di questo istituto è stata gravata da un forte aumento del carico burocratico che, a fronte di una sola e insufficiente unità amministrativa, ricade sulle spalle dei membri del consiglio di direzione i quali si ritrovano a svolgere (da docenti) compiti di segretariato. La speranza è che finalmente l'autorità politica cominci davvero a considerare la scuola non come una spesa, ma come un investimento indispensabile per preparare i cittadini di domani che dovranno essere in grado di vivere e magari governare in un mondo sempre più complicato.
Cosa le mancherà della scuola?
Mi mancheranno tante cose, come alcune persone, le lezioni in aula, forse la quotidianità, ma soprattutto mi mancheranno gli allievi che vivono in una età ‘piena di slanci ideali e sincerità’. E, dopo otto anni di intenso lavoro, durante i quali ho capito che cosa è ‘la solitudine del direttore’, potrò godere di vacanze più lunghe e riprendere la strada che mi porterà di nuovo verso le amate e ‘sudate carte’, mai del tutto abbandonate.
Quanto ha influito la collaborazione esterna nell’organizzazione di attività affinché il LiLu 2 diventasse un punto di riferimento culturale del territorio
alla periferia della città?
Abbiamo collaborato molto e bene con i Comuni del comprensorio. Grazie ai sussidi ottenuti e al continuo e proficuo dialogo fra la direzione e i Municipi di Savosa e Vezia, il parco di 22mila metri quadrati è stato riqualificato diventando un luogo di svago e di studio per i nostri studenti della sede e per gli allievi delle scuole elementari che visitano il biotopo creato [Rispetto alle migliorie dell’edificio che ospita il liceo, Sargenti ricorda la costruzione del prefabbricato con quattro aule, ‘un signor prefabbricato’ poi la sistemazione dell’aula magna e della biblioteca ‘più grande e più bella’, ndr]. E presto verranno finalmente sistemate anche le palestre all’interno dei lavori di manutenzione che riguarderanno l’intero edificio.
Su quale altro aspetto occorrerà insistere anche in futuro?
Bisognerà insistere sulla collaborazione fra il nostro istituto e le direzioni delle scuole medie del comprensorio, in particolare per ragionare sul tasso di insuccesso degli allievi alla fine del primo anno di liceo e sulle possibili vie da percorrere per ridurlo. Varrebbe la pena di riprovare a dare la possibilità ai docenti di liceo delle classi prime e a quelli delle classi quarte delle medie di poter assistere alle rispettive lezioni.