Il reato di riciclaggio riguardava il trasferimento in riva al Ceresio di 23 milioni di euro per l'acquisto di quote dell'albergo Holiday Inn di Paradiso
I giudici della quarta sezione della Corte di Appello hanno assolto con formula piena Davide Enderlin junior in quanto "i fatti non costituiscono reato". I fatti erano riciclaggio di soldi sporchi (in quanto provenienti a altro reato) e associazione per delinquere, nell'ambito dello ''scandalo Carige''. I giudici d'appello hanno dunque riformato la sentenza di condanna a 5 anni e 6 mesi pronunciato il 30 maggio 2018 dalla sesta sezione del Tribunale penale di Milano. In appello, dopo che l'accusa aveva chiesto la conferma della condanna, sembra aver fatto breccia fra i giudici la tesi sostenuta dall'avvocato Alessio Bernardini di Milano, difensore dell'imprenditore Davide Enderlin junior, consulente d'affari, già consigliere comunale di Lugano per il Plr, che nel processo di primo grado aveva fatto leva sul fatto di ''aver sempre agito in perfetta buona fede, nel rispetto del diritto svizzero, nell' esecuzione di atti per conto dei beneficiari interessati dalla compravendita di un albergo di Lugano. Enderlin non era a conoscenza della provenienza delittuosa del denaro (truffe ai danni del ramo assicurativo della Carige, ndr)''.
Il reato di riciclaggio si basava su trasferimento in riva al Ceresio, una dozzina di anni fa, di 23 milioni di euro per l'acquisto di quote dell'albergo Holiday Inn di Paradiso. Per lo stesso reato a Genova sono stati condannati in primo e secondo grado gli altri sei imputati, coinvolti nello ''scandalo Carige'', una maxi truffa ai danni del ramo assicurativo banca ligure. Vicenda per la quale Enderlin il 22 maggio 2014 era finito in carcere assieme agli altri sei indagati fra cui Giovanni Berneschi (all'epoca presidente della Carige e numero due dell'Associazione bancaria italiana) e Sandro Maria Calloni, residente a Lugano, proprietario dell'Holiday Inn. Il riciclaggio e l'associazione per delinquere erano stati confermati nella sentenza d'appello dei giudici del Tribunale di Genova che lo scorso 2 maggio hanno condannato a otto anni e sette mesi Giovanni Berneschi, l’ex presidente di Banca Carige. Condanna maggiore rispetto al primo grado. La maxi truffa, in base alle indagini condotte dalla guardia di Finanza, consisteva nel far acquistare dal ramo assicurativo della banca immobili e quote societarie di imprenditori compiacenti a prezzi “gonfiati” (tramite perizie artefatte) per reinvestire le plusvalenze all’estero: la truffa avrebbe fruttato a Berneschi e agli altri indagati quasi 23 milioni quelli riciclati a Lugano.