Luganese

Vivere di musica in Ticino? 'Un territorio... complicato'

Intervista ad Aris Bassetti, cantante e chitarrista del duo pop-rock Peter Kernel, domicilio ad Arbedo e studio di registrazione ad Agno

8 aprile 2019
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Cantante e chitarrista, Aris Bassetti, classe 1977, domicilio ad Arbedo e studio di registrazione nel Luganese, ad Agno, si occupa della produzione di artisti ticinesi seguendoli anche nel loro percorso di formazione come coach. Ma al giorno d’oggi è possibile vivere di musica in Ticino? Quali gli ostacoli? Quali, diversamente, le soddisfazioni? Interrogativi che abbiamo girato all’intraprendente giovane che ha fatto delle sette note la sua prima ragione di vita.

Il musicista non ha dubbi nell’elencare le più grandi difficoltà riscontrate nel suo percorso artistico: «Sono state tante e diverse. Forse la più grande che ho avuto è stata quella di essere preso sul serio, innanzitutto a partire da me stesso e da chi mi stava intorno». Anche il fatto di operare proprio nel nostro cantone ha avuto il suo peso nell’iniziale scelta di... emigrare, come ci conferma lo stesso Aris: «È un territorio complicato soprattutto per la questione linguistica e culturale. È stato più semplice ‘saltare’ la Svizzera e andare direttamente in Francia e Belgio dove abbiamo lavorato intensamente costruendo un po’ tutta la nostra carriera». Inoltre la Svizzera italiana, è un altro degli ostacoli, non aiuta sufficientemente a livello finanziario chi vuole intraprendere una carriera musicale: «Si tratta di un lavoro precario, da un momento all’altro può finire tutto...».

Nonostante questa insicurezza i Peter Kernel non hanno avuto paura di osare e di rischiare. La loro quarta produzione discografica, “The size of the night”, vede, infatti, l’inserimento di alcune frasi in dialetto ticinese. Aris ci spiega così questa scelta: «Con il quarto album abbiamo consolidato il nostro percorso; avevamo anche maggiore sicurezza in noi stessi. Noi cantiamo in inglese perché Barbara [Lehnhoff, con cui Aris condivide il palcoscenico, ndr], è madrelingua, però abbiamo pensato “perché non usare anche il dialetto?”. L’esperimento ha funzionato bene, soprattutto all’estero è piaciuto tantissimo».

Bassetti si occupa anche di promuovere la musica indipendente ticinese producendo artisti e organizzando festival musicali come La Tessinoise. Gli chiediamo sulla base di quali criteri sceglie gli artisti da produrre e da promuovere: «Preferisco lavorare con artisti ticinesi che hanno l’attitudine giusta, al di là del genere musicale».

L’aspetto più importante per il musicista risulta essere dunque l’intenzione, la voglia di mettersi in gioco, il coraggio di esporsi. Aspetti che, secondo Aris Bassetti, non sono così ‘sviluppati’ nello spirito degli artisti della Svizzera italiana: «Da noi, a mio avviso, manca un po’ l’attitudine, questo forse è un problema tutto ticinese. C’è un po’ questa insicurezza nell’uscire, e forse a certi gruppi manca un po’ quella cosa lì, manca quel motore forte, prendersi il rischio di buttarsi e, magari, anche sbagliare». Per spiegare meglio il concetto Aris ci racconta di quando gli è stato chiesto di lasciare tutto, tra cui anche il lavoro, per lanciarsi a capofitto nel mondo della musica. Il duo non ci ha pensato due volte e ha accettato subito.

Una sfida dietro l’altra. Per quanto riguarda, infatti, la tutela e la promozione della musica indipendente il cantautore ci rivela: «In Ticino trovo che non c’è ancora un’entità che aiuti gli artisti ad avere una certa coscienza di quello che fanno, una convinzione. Credo che abbiamo musicisti validi che però sono un po’ frenati. Manca qualcosa che sia un punto di appoggio per chi ha intenzioni serie».

L’obiettivo che Aris persegue è proprio quello «di essere una sorta di rampa di lancio per chi vuole emergere: magari uno è bravissimo a scrivere canzoni ma non è capace a vendersi». Bassetti, dunque, si occupa anche di fornire aiuto a livello di immagine.