Luganese

Sessa, tira aria di raccolta firme pro aggregazione

Dopo che il Cantone ha chiarito che anche un'opzione a tre (Croglio, Monteggio e Ponte Tresa) è praticabile, nel comune c'è chi cerca di rientrare nel progetto

Sessa (foto Ti-Press)
26 gennaio 2019
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Un comune diviso. Due mesi dopo quel 25 novembre che vide Sessa allontanarsi alle urne dal progetto del comune unico Tresa, la cittadinanza del paese malcantonese si guarda allo specchio per cercare di capire come andare avanti. A darle una mano in questo senso ci pensa il Cantone: la Sezione enti locali (Sel) del Dipartimento delle istituzioni ha organizzato - e non è una prassi - mercoledì sera un incontro rivolto unicamente agli abitanti del comune che con un margine risicato (53% di no) ha respinto di aggregarsi con Croglio, Monteggio e Ponte Tresa. Oggi, per permettere a Sessa di risalire sul treno per l'unione, c'è chi comincia a paventare una raccolta di firme.

Dato lo scarto piuttosto esiguo fra contrari e favorevoli all'aggregazione, che questi ultimi stiano cercando di non restar tagliati fuori dal progetto che farebbe di Sessa il quartiere polo della cultura e del tempo libero non è una novità. Secondo nostre fonti, in paese si fa però concretamente largo ora l'opzione di lanciare una raccolta di firme per reincludere Sessa nello scenario aggregativo. Una possibilità emersa solo fra le righe durante la serata, ma che la Sel conosce. «Se dovesse arrivare un segnale politico forte, che denota un cambiamento di decisione rispetto alla votazione consultiva di novembre - valuta Marzio Della Santa -, a quel punto è chiaro che il parlamento potrà disporne. Ma ribadisco: sarebbe un segnale, nulla di vincolante». Il Consiglio di Stato dovrà preparare il messaggio con la proposta aggregativa, ma spetterà infine al Gran Consiglio l'ultima parola. E per permettergli di sbilanciarsi, l'esecutivo deve ponderare bene tutte le opzioni. Fra queste, anche la strada a quattro: sebbene Sessa abbia detto no, i votanti nel complesso di tutti i comuni coinvolti si sono espressi con un 54% di sì. E se l'assenza dell'unica realtà contraria comportasse un pregiudizio alla costituzione di Tresa, «allora ci sarebbero anche le premesse per uno scenario forzato».


'Significativa vivacità sociopolitica'


«Un messaggio è atteso ancora in questa legislatura, a meno di colpi di scena» ipotizza il capo della Sel. Nulla ancora è deciso quindi, ma il meccanismo è in moto. Non siamo riusciti purtroppo a raggiungere la municipale di riferimento Mirna Cassis (Plr) per avere un riscontro sulla serata. «Desideravamo fare chiarezza, perché ci era giunta voce che per parte dei
contrari all'aggregazione vi era la convinzione che senza un loro sostegno non si sarebbe andati avanti con il progetto - puntualizza Della Santa -. Invece, fin dall'inizio abbiamo detto che la giurisprudenza permette di procedere quantomeno a tre. Chiarezza quindi, affinché ci sia la piena consapevolezza
che tutti gli scenari sono reali. In questo senso penso che l'incontro sia stato molto positivo e apprezzato da entrambi gli schieramenti». Indipendenza o convivenza come parte di una realtà più grande. Questo il bivio al quale Sessa è fermo da circa due mesi. Un comune tutt'altro che sinistrato, come ribadisce comunque il nostro interlocutore: «Non ha un capitale proprio negativo, ha una partecipazione e una vivacità sul piano sociale e politico significative. Se dovesse restare da solo, secondo me mancherebbe un'opportunità. Ma non per questo ne verrebbe compromessa l'esistenza».