Il secondo decreto d’accusa conferma i reati di violazione del dovere di assistenza ed educazione nei confronti dell’ex insegnante di Montagnola.
Colpevole di violazione del dovere di assistenza e educazione. È quanto riportato nel decreto di accusa sottoscritto dal procuratore pubblico Antonio Perugini. Protagonista l’ex sindaco ed ex maestro delle scuole elementari di Montagnola, oggi Collina d’Oro, Mauro Brocchi, 61enne. Processato in Pretura penale, nel settembre 2017, dopo il ricorso contro una prima condanna, sottoscritta dal Ministero pubblico nel luglio dello stesso anno, l’ex docente è stato nuovamente giudicato colpevole dalla Procura a cui era tornato il dossier su indicazione del pretore Siro Quadri, alla ricerca di maggiori approfondimenti e riscontri. Ebbene, il magistrato ha condannato Brocchi, difeso dall’avvocato Yasar Ravi, a una pena pecuniaria di 90 aliquote da 190 franchi l’una (più pesante, dunque, della prima condanna che gli imponeva di pagare 75 aliquote di 120 franchi). L’esecuzione della pena, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di due anni, contempla anche una multa di 2’000 franchi e il pagamento della tassa di giustizia e delle spese giudiziarie per un totale di 800 franchi.
Secondo quanto riportato nel decreto d’accusa Brocchi, fra il settembre e l’ottobre 2014, alle scuole elementari di Montagnola, nella sua veste di docente, ha violato e trascurato il suo dovere di assistenza e di educazione verso alcuni alunni di terza (che all’epoca avevano fra i 7 e gli 8 anni), “esponendone in tal modo a pericolo lo sviluppo psichico”, così come emerso dal referto peritale dell’autunno scorso (i cui contenuti sono stati svelati da ‘laRegione’, cfr. 2 ottobre 2018).
Il procuratore Perugini ha confermato, contro il maestro, la scarsa consapevolezza dell’effetto prodotto dai suoi comportamenti in veste di docente, con susseguente banalizzazione degli stessi; il clima di imprevedibilità vissuto dagli allievi in classe quali in particolare: l’assenza di rituali, la cultura della co-costruzione delle regole e delle sanzioni; l’utilizzo inappropriato degli oggetti scolastici in suo uso, del linguaggio e della modulazione della voce.
A pesare sul comportamento poco consono alla sua carica di docente, secondo il Ministero pubblico, anche l’etichettatura dei bambini e dei loro comportamenti, che andava a minare la popolarità in seno alla classe; la messa in atto di situazioni che creavano polarizzazione sia del gruppo sia della classe e dei genitori; la ricerca di “complicità”, con alcuni allievi, attraverso azioni e frasi contro bambini socialmente meno adeguati e la scarsa fiducia nella possibilità di cambiamento di questi ultimi.
Perugini ha, infine, riconosciuto colpevole Brocchi per alcuni atti minacciosi e violenti nei confronti di alcuni allievi: si parla di colpi inflitti da tergo con una mano o con un righello all’altezza della nuca, di un calcio alle gambe della sedia facendoli così cadere e procurando dolori alla schiena, dell’utilizzo di uno straccio e di un classificatore per colpire al volto e alla testa, di un pizzicotto sferrato al collo e di una matita premuta sul capo, fino all’azione di legare con uno spago alle proprie sedie.