Calano diversi illeciti, fra cui quelli finanziari – per i quali la città si mantiene comunque sopra la media nazionale –, ma crescono i reati violenti
Non c’è due senza tre, direbbero gli amanti dei proverbi. Per il terzo anno consecutivo, Lugano è la città svizzera più sicura fra le dieci più grandi. A dirlo le cifre, «ma anche la percezione» come sottolineato dal capodicastero Sicurezza Michele Bertini durante l’annuale presentazione del rapporto d’attività della Polizia comunale. E Lugano non solo mantiene la posizione, la consolida: su 1’000 abitanti, i reati sono passati dai 30 del 2016 ai 29,2 dell’anno scorso: -2,7%. «Un anno intenso – è la valutazione del comandante della Polcom Roberto Torrente –, sono aumentati i controlli, gli interventi, le operazioni di polizia».
Seppur da ‘prima della classe’, la città conferma un trend cantonale e nazionale, dato che i dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica attestano la diminuzione generalizzata dei reati. Escluse Zurigo, San Gallo e Winterthur (che si confermano comunque medaglia d’argento e di bronzo in fatto di sicurezza), il numero di reati è diminuito anche in tutte le altre principali città. Osservando le cifre nel dettaglio, si percepiscono tuttavia delle sfumature: il calo non riguarda tutti gli ambiti e alcuni illeciti anzi sono stati l’anno scorso in crescita. Iniziamo dalle notizie positive. In linea col cantone, sono molto diminuiti i furti con scasso: -21% rispetto al 2016 e in generale si è toccato il punto più basso da svariati anni. Ancor meglio è andata nel resto del Luganese – la Regione III: oltre alla città, Torre di Redde, Ceresio Sud e Nord, Collina d’Oro, Malcantone Est e Ovest, Vedeggio –, dove il calo è stato del 39%. «Merito anche della campagna di prevenzione molto capillare effettuata lo scorso anno», secondo Torrente. Voci confortanti arrivano anche riguardo alla circolazione. «Sono molto cresciuti i controlli (+28% quelli sui veicoli, +10% quelli della velocità, ndr) – ancora il comandante –, ma non altrettanto le infrazioni: c’è stato un buon lavoro di prevenzione».
Le contravvenzioni ai veicoli sono aumentate del 7,5% infatti, mentre sono addirittura scese le infrazioni per la velocità (dall’11,3 al 8,1%). In calo (-5,8%) anche gli incidenti della circolazione. Nettamente in diminuzione le segnalazioni per prostituzione (-60%), malgrado il maggior numero di appartamenti controllati (+58%). Declinano pure l’accattonaggio (-34% gli interventi e -45% le persone fermate) e la droga: calano sia le persone fermate (-5%) che le sostanze sequestrate (-47%, di cui la marijuana rappresenta la stragrande maggioranza). «È da segnalare che i richiedenti l’asilo sono solo il 2% delle persone controllate – ricorda Torrente –, la stragrande maggioranza sono svizzeri (63%) e stranieri (35%)». In chiaroscuro i dati sui reati patrimoniali: in calo del 10%, ma – pensando alle truffe – Lugano (2,1 per mille) è ancora sopra alla media cantonale (1,0) e a quella nazionale (1,6).
Il rovescio della medaglia. Da 32 a 40 i casi di violenza domestica (75% le liti coniugali), in crescita i reati contro la vita e l’integrità della persona (+4%), quelli sessuali (+15%), e quelli contro l’autorità pubblica (+7%). E mentre sono stati venti i casi di contravvenzione per dissimulazione del volto (di cui 3 a svizzeri che portavano il passamontagna) – nessun burqa, ma diciassette fra niqab e chador di donne del Golfo –; con l’aumento delle partite giocane in casa (sia di hockey che di calcio) cresce l’impegno degli agenti nel controllo delle tifoserie: «È la nota dolente», la conclusione di Torrente.