I lavoratori della struttura mettono sul tavolo risparmi per 13/14 milioni di franchi: previsto un tetto massimo e minimo per gli stipendi
I dipendenti del Casinò di Campione sono disposti a passare dal calzolaio per farsi fare un buco nella cintura pur di salvare i 156 posti di lavoro previsti dalla procedura di licenziamenti collettivi. Consapevoli delle difficoltà in cui si trova la 'Casinò di Campione d'Italia Spa', i lavoratori, tramite le organizzazioni sindacali sul tavolo della trattativa in corso in Regione a Milano, hanno ‘giocato’ una fiche di 13/14 milioni di franchi.
Un sacrificio molto pesante, considerato che da oltre dieci anni sopportano un taglio degli stipendi nella misura del 25 per cento. Una riduzione dell'orario di lavoro con conseguente riduzione dello stipendio per complessivi 9 milioni di franchi l'anno. Somma che sale a 13/14 milioni con la proposta sindacale che tiene conto anche della necessità di rivedere gli stipendi che si pongono agli estremi della tabella: un tetto massimo per quelli più alti, prevedendo una sensibile riduzione e un tetto sotto il quale non si può scendere per quelli più bassi, all'insegna del concetto di solidarietà, visto poi che le sofferenze maggiori in questi anni di gravissima crisi hanno riguardato soprattutto coloro che percepiscono compensi bassi, che hanno reso impossibile vivere a Campione, tanto che molti hanno lasciato la casa che avevano in riva al Ceresio, per trasferirsi a Como.
All'Amministratore unico Marco Ambrosini, i rappresentanti sindacali hanno rinnovato l'invito per attivare la 'legge Fornero' che consentirebbe a una cinquantina di dipendenti del Casinò di accedere alla pensione anticipata. Una misura che per l'azienda non è a costo zero, ma che comunque consentirebbe di realizzare quei risparmi necessari per dare continuità al Casinò e, come più volte scritto, all'intero 'sistema Campione'.
Per quanto è dato sapere Ambrosini si sarebbe mostrato collaborativo. L'Amministratore unico nella discussione ha inserito la possibilità di congelare la 14esima. La trattativa è stata aggiornata alle 15 di martedì 8 maggio. Il giorno dopo scade la procedura per i licenziamenti collettivi che senza un accordo dovrebbero scattare. Scadenza che, comunque, non sarà rispettata, perché, prima di essere firmato, l'accordo dovrà essere approvato dall'assemblea dei lavoratori.