Campione

Campione, dipendenti del casinò sul piede di guerra

(Samuel Golay)
8 gennaio 2018
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Sul fronte sindacale a Campione d'Italia è questa una settimana molto importante. Oggi alle 17 riunione delle sei sigle sindacali promossa dalla Rsu del Casinò, alla quale non è stata invitata la Rsa. Nell'incontro si affronteranno due temi. Anzitutto, il rinnovo del contratto di solidarietà in scadenza il prossimo 28 febbraio. Un contratto di solidarierà che, sottoscritto per la prima volta nell'ottobre 2014, aveva scongiurato il licenziamento di 170 lavoratori della casa da gioco. Il costo è stato molto salato in questi anni per gli oltre cinquencento dipendenti del Casinò. Un sacrificio che ha avuto un peso determinante nella tenuta in vita della casa da gioco il cui stato di salute continua ad essere cagionevole. Il sindaco Roberto Salmoiraghi - il comune è il socio unico della società - in più occasioni ha parlato di nuovi sacrifici.

I dipendenti della casa da gioco nelle due assemblee separate della scorsa settimana hanno bocciato qualsiasi ipotesi di una indiscriminata riduzione degli stipendi. Bocciata anche l'ipotesi di un ''Dragon Casino'' in Villa Mimosa, la dimora in riva al Ceresio, che il Comune ha ceduto alla società Casinò di Campione. Il progetto è visto come il fumo negli occhi, considerato nocivo per il bilancio dell'attuale casa da gioco. La Rsa ha manifestato l'intenzione di indire un'assemblea unitaria e chiedere il parere dei lavoratori attraverso un referendum. Da qui l'invito alla Rsu a condividere un percorso di contrasto al progetto ''Villa Mimosa''. Anche di questo si dovrebbe parlare oggi pomeriggio. Domani è in programma un primo incontro fra le Organizzazioni sindacali e la Rsu del comune e il sindaco Salmoiraghi e il segretario generale comunale. Sul tappeto la delibera della Giunta municipale (Salmoiraghi e Balsamo) che approvata lo scorso mese prevede una riduzione del costo del personale (oltre cento dipendenti per un comune di duemila abitanti). Una sforbiciata di non meno del 20% dell'attuale costo da ottenere attraverso la riduzione dell'orario di lavoro. L'alternativa sarebbe più dolorosa: la soppressione di una trentina di posti di lavoro.