L'Ente regionale di sviluppo Locarnese e Vallemaggia chiede alla politica ticinese coraggio e progettualità: ‘Basta rimanere a fissarsi l’ombelico’
La devastazione del maltempo lo scorso mese di giugno in Alta Vallemaggia, la volontà di rialzare la testa e la necessità di realizzare progetti essenziali per garantire un futuro alle zone periferiche. L’Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e Vallemaggia (Ers-lvm) manda un messaggio chiaro all’indirizzo del Consiglio di Stato e alla politica ticinese. Un messaggio che però sembra scontrarsi con scelte che appaiono sempre più orientate al risparmio a oltranza e all'inazione.
“In generale siamo tutti consapevoli della necessità di intervenire sulle finanze del Cantone e di fare i conti con dei limiti di bilancio – si legge in una presa di posizione che l'Ers-lvm ha inviato ai media –. Negli ultimi anni ciò ha tuttavia generato anche una serie di effetti perversi che è il caso di elencare. Innanzitutto, è stato tirato il freno a mano non solo sulle spese correnti, ma anche e soprattutto sugli investimenti, lasciando nel cassetto nuovi progetti con potenziale di sviluppo e indotto, solo per non rischiare di creare nuovi oneri”.
Per l'Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e Vallemaggia “tutto ciò ha creato dentro e fuori le amministrazioni pubbliche una stagione di stagnazione e grigiore, che tratteggia una situazione molto lontana da una politica stimolante che ambisce a cambiare lo status quo a favore di nuove e migliori soluzioni”.
Nella nota viene ricordato il nubifragio che ha toccato la Vallemaggia nella notte tra il 29 e il 30 giugno scorsi. Il maltempo di quella notte ha causato vittime ed enormi danni alle infrastrutture. L'Alta Valle si era risvegliata in ginocchio, nella disperazione per le vite perse e tagliata fuori dal mondo: “Il Locarnese ha vissuto in prima persona lo sconforto di una situazione lacerante per il suo territorio. La volontà che tuttavia emerge a gran forza da queste situazioni è quella di non mollare, di resistere e di andare avanti con ancor più determinazione e non solo per la ricostruzione delle macerie”. Stando all'Ente regionale di sviluppo “questo è il momento di levar forte un grido che suoni come una sveglia: basta rimanere a fissarsi l’ombelico e a contare con le dita, è ora di alzare lo sguardo e di tornare a guardare oltre l’orizzonte, con coraggio e convinzione. Servono nuove visioni per questo cantone, subito”.
In particolare, dopo l’esperienza di isolamento vissuta dall’Alta Vallemaggia a causa della distruzione del ponte di Visletto a Cevio, “è sorta a livello locale e regionale una nuova e ancor più forte consapevolezza dell’importanza di aprire dei collegamenti a nord (Leventina) e a ovest (Bosco Gurin-Val Formazza) per una delle valli più profonde d’Europa senza sbocchi. Serve con urgenza una nuova visione per rendere le zone periferiche del Cantone meno discoste da una parte, e dall’altra, in un momento storico caratterizzato da sviluppo tecnologico e cambiamenti climatici, per facilitare la frequentazione e la raggiungibilità delle nostre splendide montagne da parte di chi abita in città”.
In tale prospettiva l'Ente regionale di sviluppo Locarnese e Vallemaggia, riunitosi lo scorso 13 febbraio, ribadisce all’unanimità il proprio convinto sostegno al progetto di collegamento tra Fusio e Ambrì, definendolo “un progetto strategico per tutto l’Alto Ticino, le cui fasi preparatorie sono già state avviate negli ultimi anni (messaggio cantonale 8358), ma che ora si trova inspiegabilmente congelato e fermo in un cassetto. Che cosa stiamo aspettando?
È ora di uscire dal grigiore di una stagnazione che toglie prospettive per tornare a cavalcare con coraggio nuove visioni a colori per il futuro, per i ticinesi di oggi e per le nuove generazioni di domani”.
L’Ers-lvm nel corso del recente incontro ha pure colto l’occasione per ringraziare per l’importante lavoro svolto il presidente uscente dell’Associazione dei comuni valmaggesi (Ascovam), Michele Rotanzi, strenuo sostenitore di un’apertura a nord, salutando al contempo il neopresidente Simone Stoira.
L'esigenza di trovare con urgenza soluzioni efficaci per un rilancio era stata espressa dal presidente dell'Erslvm Giacomo Garzoli su la Regione alcuni giorni fa. In particolare nel suo intervento lanciava un monito, che qui riprendiamo: “I progetti ambiziosi per il Ticino della montagna esistono, e sono anche equilibrati e sensati (pensiamo ad esempio, per non fare solo riferimento alla Vallemaggia, al progetto Verzasca mobile dedicato al trasporto pubblico in questa Valle stupenda penalizzata dal traffico). Ma bisogna decidere di portarli avanti. L’importanza della mobilità per le Valli è fondamentale, strutturale, anche culturale. Infatti, al contrario, a nessuno in Leventina e in Valle di Blenio verrebbe in mente di chiudere i passi della Novena e del Lucomagno. Ma non abbiamo molto tempo prima che il declino demografico segni per sempre il destino di alcune delle nostre Valli più in difficoltà”.