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Il PaLoc5 secondo i Verdi: ‘Buone cose, ma manca d’ambizione’

Riflessioni sulle misure legate alla mobilità e una critica verso quelle che non sarebbero previste per bloccare la speculazione edilizia

A proposito di trasporto pubblico e privato
(Ti-Press)
6 dicembre 2024
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Nella mobilità, "mancanza di obiettivi precisi e vincolanti per la riduzione del traffico motorizzato individuale”; nella mobilità lenta, bene per l'attenzione rivolta agli spostamenti utilitari, ma bisogna “abbandonare la logica ciclopedonale e ridurre la frammentazione dei percorsi”; e per quanto riguarda le misure dedicate agli insediamenti e al paesaggio, v’è una critica “sull’assenza di misure incisive per bloccare la speculazione edilizia”.

È il succo della presa di posizione dei Verdi del Locarnese sul Programma di agglomerato di quinta generazione (PaLoc5), recentemente inoltrata alle autorità.

‘Non dare per acquisita la crescita del traffico motorizzato’

L'assunto generale è che il PaLoc5 “va nella giusta direzione, ma manca di ambizione”, secondo i Verdi. Un'ambizione insufficiente ravvisata in primo luogo nel campo della mobilità: “Considerare come dato acquisito un’ulteriore crescita del traffico individuale motorizzato rappresenta una base di partenza insostenibile, considerato che c’è poco margine di manovra per ampliare ulteriormente la rete stradale attuale (cfr. anche il voto di domenica 24 novembre sull’ampliamento delle autostrade). Inoltre, mirare a una ripartizione modale nel 2040 con solo il 46% di trasporto pubblico e mobilità lenta vuol dire avere un concetto di mobilità sostenibile alquanto distorto. Questo assunto si traduce in una mancanza di obiettivi precisi e vincolanti per la riduzione del traffico motorizzato individuale tramite ad esempio una pianificazione e riduzione dei parcheggi”.

Viene invece “salutato positivamente” il potenziamento del trasporto pubblico, dove per altro vi sono ancora ampi margini di manovra per aumentarne l'attrattiva, secondo i Verdi. In particolare, “durante le ore serali così come durante la stagione turistica, mentre le valli e le zone collinari andrebbero meglio servite (collegamento delle alte Centovalli dopo le 19.20, o l’introduzione di un trasporto complementare su chiamata, sul modello del “Verzasca Mobile”, per fare due esempi)”. Per quanto riguarda il traffico transfrontaliero, “il futuro collegamento bus tra Locarno e Intra-Pallanza è sicuramente una novità interessante”. Ma gli ecologisti si chiedono “coma mai il discorso non è stato ampliato anche al flusso transfrontaliero in arrivo dalla Val Vigezzo”.

‘Abbandonare la logica ciclopedonale’

Venendo alla mobilità lenta, i Verdi del Locarnese “apprezzano l’attenzione rivolta agli spostamenti utilitari, ma chiedono alle autorità di abbandonare la logica ciclopedonale e di ridurre la frammentazione dei percorsi: per garantire una migliore fluidità e più sicurezza a tutti gli utenti (vedasi ad es. al numero sempre crescente di bici elettriche in circolazione), è assolutamente necessario disporre ovunque di infrastrutture distinte tra pedoni e ciclisti. A livello puntuale, i Verdi del Locarnese lamentano – come già in occasione del PaLoc di quarta generazione – che su bus Fart a lunga percorrenza e sulle linee dove vi sia un dislivello importante, il trasporto di biciclette non sia stato potenziato”. Infine, “non possono che segnalare nuovamente grande insoddisfazione per la situazione presso il lungolago di Muralto e lungo Via Simen a Minusio che si trascina ormai da più di 15 anni”.

Quanto alla presunta assenza di misure incisive per “bloccare la speculazione edilizia”, “nel PaLoc5 viene evocata la possibilità di ‘incentivare l’utilizzo delle riserve insediative per un uso commerciale e residenziale’ – ricordano i Verdi –, quando invece bisognerebbe procedere con una pianificazione territoriale chiara, facendo una valutazione complessiva delle zone edificabili sull’intero agglomerato che sia basata sui bisogni abitativi attuali e futuri”.

Residenze, agevolazioni e limitazioni

Sempre a livello di insediamenti, “se è vero che si parla della volontà di promuovere la residenza primaria per diverse fasce di popolazione, non si parla abbastanza delle agevolazioni che l’ente pubblico potrebbe proporre per alloggi di utilità pubblica per residenti e di necessarie limitazioni delle residenze secondarie”.

C’è inoltre il problema delle isole di calore: “È importante, ma si constatano però generalmente solo delle misure vaghe e non ancora vincolanti a livello dei Pr comunali (zona minima lasciata a verde, caratteristiche spugna obbligatorie, alberatura ad alto fusto minima…)”. Infine, per quanto riguarda la vivibilità dei quartieri, i Verdi del Locarnese “ribadiscono che le zone 30 km/h o il limite 30 km/h dovrebbero essere estese non solo alle strade di quartiere, ma anche ad alcune strade di attraversamento o di raccolta”.