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Mogno, la piccola stazione sciistica simbolo di resilienza

Il comitato dello Sci club che la gestisce deciso a ripartire nonostante i danni alluvionali; si rinuncia alla pista di fondo e si spera nella neve

19 novembre 2024
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Non bastavano gli inverni senza neve e quelli funestati dalla pandemia di Covid. No, ci ha messo del suo anche la terribile alluvione che ha colpito l’alta Vallemaggia lo scorso mese di giugno, seminando morte e distruzione in Bavona e Lavizzara. Distruzione che non ha risparmiato nemmeno la piccola stazione invernale di Mogno, culla dello sci per legioni di bambini negli ultimi decenni. Lo scorso 10 novembre, a Cavergno, lo Sci club Lavizzara, che gestisce le sorti di questa pittoresca e apprezzata destinazione, ha tenuto la propria assemblea, durante la quale il presidente Maurizio ‘Meury’ Dazio ha fornito un quadro della situazione attuale. Da noi contattato, spiega che la situazione, a livello di infrastrutture, a Mogno, non è delle più rosee. Dopo l’alluvione si è dovuta fare la conta dei danni: colpita e praticamente inagibile l’area destinata alla pratica dello sci di fondo, dove la forza della corrente si è pure portata via il piccolo ponte di collegamento, ricoprendo di detriti la zona. Va da sé che almeno per questo inverno l’anello del fondo non verrà riaperto al pubblico.

Locali della Colonia invasi dall’acqua

Ha subito seri danni pure l’edificio che ospita la Colonia climatica, la struttura ricettiva che, tra le altre cose, accoglie la mensa per i piccoli sciatori e i monitori. I locali ai piani inferiori sono stati invasi dall’acqua, si sta ora lavorando per poterla riaprire per le festività natalizie e assicurare, così, un posto caldo all’utenza e agli accompagnatori. Non si registrano, per contro (e fortunatamente), danni all’impianto di risalita, il che renderà dunque possibile la pratica dello sci alpino. Discorso che vale anche per il pony-lift. Tuttavia nei prossimi tempi il sodalizio sarà chiamato a investire per sostituire la fune trainante dello ski-lift.

L’impegno di tutti è costante e per salvare la piccola stazione sciistica ci si sta attivando su più fronti per essere pronti al via della stagione. Anche in quello della promozione, più che mai indispensabile in momenti come questi. Lo stesso Meury conferma che Mogno ha deciso di aderire al Ticinopass e che è stato possibile reperire giovani monitori di sci, figure indispensabili a garantire lo svolgimento dei corsi (se la neve dovesse scarseggiare, anche ricorrendo alle classiche uscite).

Un auspicato ricambio generazionale

Lo Sci club Lavizzara si rialza, dunque, e guarda al futuro con impegno, inviando così un prezioso segnale alla popolazione dell’alta valle. «Non sono tempi facili – lascia intendere il presidente dello Sci club – ma proprio per questo è importante non rassegnarsi dopo una simile calamità ed essere propositivi. L’eventuale cessazione dell’attività arrecherebbe un altro duro colpo al comprensorio. Ora più che mai si spera perciò in un inverno dalle copiose nevicate, nei preziosi finanziamenti pubblici e in un colpo di mano da parte di (auspicati) nuovi volontari, in modo da poter garantire la necessaria continuità gestionale». La Lavizzara deve insomma ripartire anche da qui. Perdere anche questa preziosa offerta invernale significherebbe mettere ancor più in ginocchio la montagna. La piccola stazione di Mogno ha un gran valore sportivo, turistico e sociale. Porta linfa vitale soprattutto in una vallata dove la furia della natura ha portato danni ingentissimi e tragedie.

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