Conosciuto dal pubblico per i suoi viaggi con il gatto, il giovane vittima di un brutto incidente dieci anni fa ha pubblicato un libro sulla sua rinascita
Si dice, spesso, che i gatti hanno 9 (o 7) vite. Quella di Jek, micione viaggiatore, è invece solo una ma estremamente importante per Jonathan Duca, il suo proprietario, un giovane locarnese vittima di un pauroso incidente stradale avvenuto dieci anni fa. Un infortunio che segna l'inizio di un terribile calvario per lo sfortunato protagonista che, a un certo punto della sua tribolata convalescenza, cade anche in uno stato depressivo. Per uscire da questa condizione di angoscia esistenziale, Jonathan inizia a viaggiare in giro per il mondo. Lascia tutto e se ne va, in compagnia del suo amico a quattro zampe. Scelta curiosa e particolare, quella di un micio avventuriero come spalla, se si pensa che i gatti sono, oltrettutto, animali stanziali. Contro ogni previsione Jek si rivela non solo un grande amico capace di acquietare l'anima, bensì anche un amante delle gite all’aria aperta e dell’avventura. Sembrerebbe la trama di un romanzo capace di toccare l’animo del lettore la storia che ha fatto conoscere il giovane al grande pubblico. È invece la vera storia di un'inestimabile amicizia.
Ora Jonathan Duca rilancia il discorso con “La mia seconda vita”, libro autobiografico disponibile, da subito, su Amazon. Sono pagine di un racconto intenso, intimo e personale che ripercorre la trasformazione di una crisi in un'opportunità di rinascita. Come suggerisce il titolo, il viaggio è l'epicentro dell’opera; Jonathan dovrà imparare a conoscere di nuovo il proprio corpo e accettare la sua nuova vita, un po’ come un bambino che scopre se stesso; ritrova piano piano dei punti di riferimento, allontana quelle ombre oscure e opprimenti. In poche parole torna alla vita, tappa dopo tappa, perché vede il mondo in modo diverso, dando inizio a un percorso meraviglioso di rinascita e di riscatto. La sua seconda vita, appunto.