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Gambarogno, conti in rosso. Il moltiplicatore slitta a primavera

Nel preventivo 2025 un disavanzo di quasi 2,4 milioni di franchi. Il sindaco: ‘Necessario un pacchetto di riequilibrio finanziario a medio termine’

In sintesi:
  • Per proporre delle misure si attenderà il consuntivo 2024
  • La riforma fiscale, con sgravi per le persone giuridiche, costerà a Gambarogno mezzo milione di franchi
Alla ricerca di contromisure
(Ti-Press)
2 novembre 2024
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Un risultato (ipotetico) da profondo rosso: il preventivo 2025 del Comune di Gambarogno annuncia un disavanzo d’esercizio di quasi 2,4 milioni di franchi. Abbastanza per spingere il Municipio ad avviare profonde riflessioni per raggiungere l’equilibrio finanziario. Un equilibrio, come si legge nel messaggio che accompagna i conti, che è “viziato da un problema strutturale che necessita di misure correttive”. Senza di esse, salvo imprevisti o entrate straordinarie, sarà confermato l’importante deficit.

Nello stesso messaggio viene ricordato che la riforma fiscale, con sgravi per le persone giuridiche, costerà a Gambarogno mezzo milione di franchi e che la decisione sul moltiplicatore d’imposta slitterà alla prossima primavera (possibilità concessa dalla Legge organica comunale). Va detto che nell’ultimo quinquennio l’imposizione fiscale per i gambarognesi è rimasta stabile (85 per cento dell’imposta cantonale). Una scelta politica, spiega il Municipio, “in anni in cui le famiglie sono già state confrontate a importanti aumenti dei costi”.

Sui preventivi 2025 il sindaco Gianluigi Della Santa afferma: «Il disavanzo di quasi 2,4 milioni di franchi rappresenta certamente uno scenario che non lascia indifferenti. Abbiamo proposto al Consiglio comunale di rinviare alla primavera la fissazione del moltiplicatore d’imposta, per poter decidere in merito solo dopo aver preso conoscenza del consuntivo 2024. Siamo infatti reduci da una legislatura di sostanziale pareggio dei conti, per cui è opportuno avere una visione più chiara possibile prima di adottare altre decisioni. Il nostro capitale proprio, di circa 12 milioni di franchi, ci permette di non dover agire in urgenza. Di certo va messo in evidenza che, a mio avviso, il disavanzo è ormai da considerare strutturale, complici soprattutto gli sgravi fiscali alle imprese e il continuo ribaltamento di oneri dal Cantone, oltre all’incremento costante dei costi riconducibili agli anziani, al trasporto pubblico e ad altri settori».

Quali sono le possibili contromisure? «È altamente probabile che nei prossimi mesi, oltre all’esame del moltiplicatore (differenziato tra persone fisiche e giuridiche), dovremo proporre al Legislativo un vero e proprio pacchetto di riequilibrio finanziario a medio termine, che dovrà includere riduzioni di spesa e incremento di entrate. Bisognerà certamente avere coraggio e senso di responsabilità. L’obiettivo rimane uno solo: continuare ad assicurare servizi adeguati, con qualche rinuncia probabile, e allo stesso tempo una situazione finanziaria in sostanziale equilibrio, come la Legge organica comunale, ma soprattutto il buon senso, ci impongono. Abbiamo probabilmente di fronte tempi di ristrettezza, ma se agiamo subito e con intelligenza, saranno rinunce sopportabili che ci garantiranno salute e autonomia nel tempo. Perché vogliamo continuare a essere un Comune sano, attrattivo e bello da vivere».

Per quanto riguarda le cifre, va ricordato che nell’ultimo biennio (2022 e 2023) il consuntivo ha smentito i preventivi, con entrate straordinarie riconducibili essenzialmente alla vendita di un mappale a Sant’Abbondio e a sopravvenienze di imposte: in entrambi i casi, comunque, si è passati da ipotesi decisamente in rosso a risultati positivi. Per poter proporre al Consiglio comunale “le giuste misure di equilibrio, che potranno includere minori uscite (riduzione, soppressione di prestazioni o di sussidi e incentivi) o maggiori entrate (adeguamento di tasse d’uso o delle imposte)” il Municipio preferisce attendere il consuntivo 2024. Sempre riferendosi all’anno in corso, si ricorda che Gambarogno ha già alzato le tasse di refezione, non garantendo comunque la copertura dei costi del servizio mensa scolastico. Tra gli scenari preannunciati: il rialzo delle tariffe dei posteggi, la riduzione del sostegno finanziario ai domiciliati e (già decisa per il 2025) la sospensione dell’erogazione degli incentivi per il risparmio e l’efficienza energetica.