A oltre cento giorni dall’alluvione che ha devastato la piscicoltura gestita dalla Società pescatori Vallemaggia, le trotelle sono tornate a guizzare nelle vasche esterne. E questo, fa sapere la stessa società, è stato possibile grazie al volontariato e ai servizi di pronto intervento. La Protezione civile Locarno e Vallemaggia, i dipendenti dell’Ufficio caccia e pesca, i candidati futuri cacciatori e i pompieri di Cevio hanno eseguito i lavori di ripristino della captazione dell’acqua e la roggia di alimentazione, mentre un piccolo scavatore ha tolto i massi che ostacolavano il corso dell’acqua.
Lo stimolo a continuare l’attività di allevamento è stato alimentato dalle numerose persone – giunte da tutto il Ticino – che, pazientemente, hanno liberato lo stabilimento e gli stagni esterni da sabbia, legname e limo. Un grazie a loro, a maggioranza non pescatori ma sensibili al mondo acquatico, come un gruppo di signore del Locarnese che per diversi giorni si sono impegnate per lo sgombero.
Un sostegno finanziario è giunto dai pescatori professionisti del Verbano e Ceresio, e un contributo è stato elargito anche da un imprenditore del Sottoceneri.
I pesciolini provenienti dallo stabilimento di Maggia gestito dalla Società Pesca Locarnese sono rimasti poco negli stagni, essendo stati seminati lo scorso sabato in Valle Rovana, a Bosco Gurin, in alta Lavizzara e alta Valle Bavona. Questo in base alle direttive dell’Ufficio caccia e pesca e al numero limitato degli estivali. La Società pescatori Vallemaggia, tramite il suo presidente Bruno Donati, desidera rinnovare i suoi ringraziamenti a chi ha contribuito a questa rinascita.