Presentato il piano d’invertenti elaborato dal Gruppo strategico per ulteriormente valorizzare questo tesoro ambientale Patrimonio Unesco
Le aree verdi protette, dalle riserve forestali a quelle riconosciute come Patrimonio mondiale dell'Unesco – com‘è il caso per le Faggete delle Valli di Lodano, Busai e Soladino, in Vallemaggia – costituiscono un’opportunità di sviluppo territoriale, turistico oltre che scientifico.Tesori da proteggere e valorizzare, le faggete sono inoltre parte integrante di due riserve forestali istituite nel 2010 e nel 2020. Il Gruppo strategico (Gs) appositamente istituito per gestire questa preziosa realtà ambientale, negli ultimi mesi si è chinato per pianificare, d'intesa con il Dipartimento del Territorio e la Confederazione, quelli che saranno gli assi d'intervento tra il 2025 e il 2028. Le faggete sono infatti un grande laboratorio a cielo aperto, in cui sperimentare modelli alternativi di crescita nel pieno rispetto, ovviamente, della biodiversità e della natura.
In base a quanto previsto dal Gruppo Strategico, gli assi d'intervento vertono su cardini quali l’ informazione, la sensibilizzazione, l' educazione ambientale, l'accoglienza turistica e la valorizzazione, la ricerca scientifica e il monitoraggio, le governance e le strutture.
Idee e progetti che, per essere tradotti, generano naturalmente anche un costo. Secondo quanto riportato dal messaggio allestito dal Municipio di Maggia e contenente una richiesta di credito di 60mila franchi da destinare a tale scopo, la spesa complessiva della gestione e della promozione delle Faggete delle Valli di Lodano, Busai e Soladino per il quadriennio 2025-2028 ammonta a 1,22 milioni, vale a dire poco più di 306mila franchi all'anno. Il finanziamento è garantito in larga misura da fondi federali e cantonali. Sono pure previste prestazioni in natura, in particolare dagli altri enti locali coinvolti, pari 120mila franchi. Lo scoperto ammonta a 171mila franchi. A carico del Comune di Maggia (seduta di legislativo il prossimo 21 ottobre) l'importo proposto è di 60mila franchi (15mila annui). La speranza dell'autorità è che tutti questi sforzi (economici e non) e buoni propositi possano innescare processi virtuosi da consolidare e radicalizzare nel territorio, facendo da volano per altre iniziative. A dimostrazione della validità della certificazione quale strumento di gestione ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibile del patrimonio boschivo.