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I negozi fisici che vogliono sopravvivere all'ecommerce

Il caso dell'Orologeria-oreficeria Tettamanti, giunta alla quarta generazione; chiude lo storico negozio sotto i portici ma riaprirà tra un anno

29 settembre 2024
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È presente sotto i portici a Locarno dall'autunno 1973 ma le sue radici storiche – scorrendo l'album di famiglia dei proprietari e titolari – sono a Bellinzona. Si perché dietro al bancone dell'Orologeria gioielleria Tettamanti, in largo Zorzi 8, prima degli attuali proprietari, i fratelli Tiziano e Manuela Tettamanti Mossi, sono passate tre generazioni di gioiellieri e orologiai. È una storia che – al contrario delle lancette – va indietro nel tempo, partendo dal bisnonno Francesco, fondatore, che nel 1881, apre il negozio nella capitale; poi si sono avvicendati in successione il nonno e il padre Giancarlo. Tiziano Tettamanti, per ora, ultimo della quarta generazione, una vita tra gioielli, orologi e bijou di ogni forma, dimensione, colore e valore, sotto i portici di Locarno è diventato, negli anni, un punto di riferimento per la sua clientela. Discorso che vale, d'altronde, anche per il punto vendita della sorella ad Ascona. La storia tipica di un'azienda familiare che perpetua il suo know-how da oltre 143 anni.

Merito della passione e della professionalità che anche Tiziano (appassionato viticoltore e vinificatore), con le sue collaboratrici, infonde nel suo operare quotidiano. Esporre in vetrina marche di prestigio e gioielli raffinati, senza un ‘savoir’ faire non basta a fidelizzare i clienti. Ora, però, sulla porta del suo commercio ha affisso, bene in vista, il cartello della chiusura, lunedì 30 settembre, del suo negozio. Al contrario di quanto accade a molte altre realtà commerciali cittadine, la sua chiusura non sarà definitiva bensì a tempo determinato. Riaprirà infatti a due passi da lì, nello stabile di proprietà della famiglia Marcollo, tra un anno circa. Lo tengano presente i passanti e tutti i clienti affezionati che si sono affidati a quella gioielleria storica sotto i portici. Nel frattempo per qualsiasi necessità, la sua affezionata clientela potrà rivolgersi nel punto vendita sul lungolago di Ascona oppure alla gioielleria Arteor in Piazza Nosetto a Bellinzona.

Come resistere alla concorrenza dell'online

Una chiusura che, spiega Tettamanti, non è addebitabile in questo caso al cambio di abitudini di acquisto, con il commercio online che strozza le realtà locali e neppure alla congiuntura. Il suo negozio attuale, infatti, è una piccola gemma incastonata tra gli edifici che il gruppo Artisa ha acquistato in Largo Zorzi con l'intento di una radicale trasformazione. Fino a quella scadenza si tratterà, comunque, di un'altra vetrina spenta nel salotto locarnese, dove la desertificazione commerciale ha già colpito negli ultimi decenni mietendo vittime illustri.

«La concorrenza delle vendite online lascia un segno evidente nel commercio al dettaglio, al quale sottrae chiaramente mercato – commenta l'intervistato – Nel nostro settore, tuttavia, l'effetto è meno sentito. Siamo nel ramo dei beni di lusso e la clientela preferisce vedere e toccare con mano anelli, braccialetti, orecchini e orologi piuttosto che semplicemente vederli scorrere sullo schermo del telefonino. Inoltre la nostra grande fortuna è che offriamo un servizio di consulenza, assistenza post vendita e riparazione. Se ordini l'articolo o il prodotto online questi servizi non sono compresi nel prezzo. Viene meno anche il rapporto umano tipico dell'assistenza, che ti consente di conquistare la fiducia e instaurare un rapporto quasi di amicizia con i clienti e le persone che entrano in negozio. Il bello del nostro lavoro è che con la clientela si acquisisce una particolare sintonia legata anche al valore affettivo degli oggetti che si acquistano. Non nascondo che, di tanto in tanto, qualche cliente si presenta mostrandoti ciò che ha scovato in internet o per chiederti consigli per gli acquisti, ma sono una minoranza».

Commerci in affanno, le città perdono la loro anima

Le tendenze dei nuovi consumatori stanno cambiando e il cuore commerciale cittadino si trova in affanno: «La speranza è che i piccoli negozi cittadini restino, ognuno con la propria anima, è questo ciò che ci differenzia dai centri commerciali. Comprare di persona è sempre consigliabile, in quanto si può vedere e provare l'articolo, ottenere dei consigli mirati e creare, ripeto, un rapporto di fiducia con il negozio. Altrimenti nelle città rischiamo di ritrovarci con sole vetrine di telefonini e bar. Serve però un cambiamento di mentalità. Il problema è che manca il passeggio e il passeggio manca perché ci sono molte vetrine spente. Benvenga dunque il progetto del Municipio di Locarno di ripensare e abbellire i portici. È assolutamente necessario intervenire per svecchiarli».

In un’era dove tutto, o quasi, ruota via social e digitale, ci dev'essere ancora spazio per chi vuol fare anche solo un semplice ‘salto’ in un negozio di fiducia e riferimento.

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