Per lo storico edificio, di proprietà del Comune, pronto un credito di 81mila franchi da destinare alla progettazione e riqualifica logistica degli spazi
‘Oh che bel Castello’, una delle più belle canzoni della tradizione per i bambini risuonerà, a fine ottobre, in ben altra forma ovviamente, nella sala del Consiglio comunale di Verzasca. Sui tavoli, infatti, i legislatori troveranno una richiesta di credito pari a 81mila franchi da destinare alla progettazione e riorganizzazione logistica del Castello Marcacci, lo storico edificio di Brione Verzasca. Stabile dalle dimensioni imponenti, edificato per volontà della famiglia Marcacci nel XVII secolo dall’architetto Giovanni Gada e sotto tutela cantonale dal 1987, un tempo proprietà privata ma venduto, prima dell’aggregazione del 2020, per volontà testamentaria, all’allora Comune di Brione Verzasca.
Quale primo passo l’autorità aveva pensato di insediarvi un centro diurno. Idea in seguito abbandonata. Se il voluminoso immobile, dotato di ampio giardino, ha saputo resistere agli assalti del tempo è anche grazie a una serie di primi interventi conservativi che hanno permesso di aprirlo al pubblico quale luogo d’incontro e d’organizzazione di eventi. Nel 2018 – quindi prima dell’unione amministrativa – il Comune di Brione aveva lanciato un concorso a invito e dato mandato a uno studio di architettura di allestire un elaborato preliminare che analizzasse l’edificio e valutasse gli interventi necessari, con tanto di preventivo dei costi. Con la successiva fusione dei Comuni della Verzasca i piani dell’allora Municipio al riguardo della signorile dimora sono finiti momentaneamente in un cassetto, in sospeso. Anche perché mettere mano a lavori di restauro significativi (seguiti da vicino dall’Ufficio dei beni culturali) senza un’idea precisa di cosa ne sarebbe stato dopo l’aggregazione intercomunale sembrava una mossa azzardata. Da luogo arroccato nella sua cinta muraria e nelle sue torri a spazio aperto alla vita, agli eventi e alla cultura (ha pure ospitato fino agli anni Novanta una locanda e un negozio), per i propri cittadini (e non solo) il Castello è dunque giunto fino ai nostri giorni.
Sarà questa anche la vocazione futura dell’edificio, la cui gestione è affidata a un’apposita Commissione che si occupa della conduzione temporanea degli spazi. O, almeno, così la pensa il Municipio di Verzasca, che vorrebbe incaricare lo stesso studio di architettura scelto dagli ex amministratori di Brione di elaborare un progetto di massima e di dettaglio (necessario alla seconda fase, con l’inoltro della domanda di costruzione), così da avere a disposizione cifre chiare sul futuro investimento che attende il Comune. «A livello conservativo, lo stabile è sano in quanto la manutenzione è sempre stata curata in passato. Laddove si erano presentati dei problemi di infiltrazione d’acqua eravamo puntualmente intervenuti – spiega Isabelle Piazza, municipale di Verzasca e già membro del precedente Esecutivo –. Il Castello Marcacci da questo punto di vista è quindi perfettamente agibile. L’auspicio del Municipio è quello di poterlo far vivere tutto l’anno e non solo in determinate occasioni, affidandolo in gestione a un responsabile. Prima, però, occorre dare un senso compiuto all’operazione e per questo ci servono indirizzi precisi e un preventivo dei costi legati agli interventi».
Simbolo della vita del paese, testimone tangibile di storia e tradizione il Castello Marcacci continuerà, dunque – se il Legislativo accetterà il credito – a essere polo culturale, sede di eventi pubblici e privati, momenti di condivisione. Tra passato e futuro, con la sua scenografica architettura questo alfiere orgoglioso della Verzasca sarà sinonimo di accoglienza, scambio e vita sociale.