A Minusio bloccata la variante di Pr necessaria per il raddoppio del Porto di Mappo, mentre a Porto Ronco contestata la riorganizzazione della struttura
Qualche mossa imprevista mette a rischio la sincronia in atto sul Lago Maggiore riguardo la dotazione di nuovi posti barca, dove la bilancia fra domanda e offerta continua a pendere sul piatto della prima. Le mosse – in realtà impreviste solo fino a un certo punto – sono i ricorsi interposti contro i progetti di ampliamento ai porti di Minusio e Porto Ronco.
Ma andiamo in ordine di grandezza: a Mappo un privato confinante ha fatto muro contro la variante di Piano regolatore adottata dal Consiglio comunale di Minusio per rendere possibile l’ampliamento (che in realtà è un vero e proprio raddoppio) del porto al Centro sportivo e ricreativo.
L’intenzione del Comune, suffragata appunto dal legislativo con la decisione pianificatoria presa nell’aprile di quest’anno, è rispondere quanto prima alla forte richiesta di posti barca, che al momento, solo per quanto riguarda Minusio-Mappo, si aggira sulle 150 unità. La variante di Pr sbloccherebbe appunto questa possibilità, consentendo un aumento dei “parcheggi” acquatici dagli attuali 185 a 335. Peccato che, proprio nell’ultimo giorno disponibile (come spesso succede), sia giunto il momentaneo “stop” alle velleità del Comune. Il che rischia di rallentare di molto l’iter procedurale, visti in primo luogo i gradi ricorsuali previsti (governo, Tram ed eventualmente Tribunale federale), e secondariamente i tempi comunque non cortissimi che richiederà la procedura edilizia fino all’ottenimento della licenza, a cui aggiungere tutte le delibere le opere di cantiere.
Così come a Minusio-Mappo, come accennato, anche a Porto Ronco sono stati presentati dei ricorsi al Porto Crodolo. Sono due e riguardano la riorganizzazione della struttura, che è di proprietà del Comune di Ronco s/Ascona. Così il progetto portato avanti dall’autorità rischia di accumulare qualche ritardo sulla tabella di marcia inizialmente prevista. Risale infatti al marzo 2021 l’approvazione, da parte del legislativo, di un credito di 100mila franchi da destinare all’allestimento definitivo dei piani di riqualifica della struttura nautica.
Come ci riferisce il sindaco, Paolo Senn, «la presentazione dei piani d’intervento ai confinanti non ha convinto due di loro; in pratica ricordano che a Pr lo spostamento verso il lago del pontile principale non è possibile. Un intervento, quest’ultimo, invece necessario per consentire alle imbarcazioni di medio-grosse dimensioni di manovrare con meno difficoltà all’interno del perimetro. Parliamo di un avanzamento di una decina di metri scarsi, per nulla invasivo, che la stessa pianificazione cantonale consente. Negli ultimi anni le barche da diporto hanno conosciuto un notevole aumento delle dimensioni e gli attracchi andranno, di conseguenza, ampliati». L’idea, ricorda Senn, «è riqualificare il porto al suo interno, consentendo al tempo stesso di guadagnare una decina di posti barca (5 o 6 a saranno messi a disposizione dei pescatori) e portandoli dagli attuali 105 a circa 115. Confidiamo di poter avviare il cantiere per l’autunno del 2025». A Porto Ronco, attualmente, sono una quindicina i possessori di barche (suddivise nelle varie categorie) in lista d’attesa per un attracco all’interno del Crodolo.
A queste due situazioni se ne aggiunge un’altra di diversa prospettiva: l’entrata in funzione, per la stagione estiva 2026, dell’intera struttura portuale (parti in acqua e a terra) a Gambarogno, che potrà offrire agli appassionati del lago circa 280 posti barca. Dopo lunghe e variegate tribolazioni, sulla sponda sinistra abbiamo al momento una licenza edilizia cresciuta in giudicato, ma anche un secondo credito suppletorio riguardante i rincari, che prossimamente dovrà superare lo scoglio del Consiglio comunale. Nell’attesa dell’entrata in funzione del porto, il Municipio si è attivato per aggiornare la questione contratti (annuali e decennali), riscontrando a quanto pare un notevole interesse sia da parte di proprietari di natanti (per la maggioranza svizzero tedeschi e germanici, ma anche ticinesi), sia dei cantieristi.
Con Gambarogno in gestazione, Porto Ronco in divenire e Minusio in previsione, stanno intanto per iniziare i lavori di ampliamento del Porto regionale di Locarno, la cui società è detenuta a maggioranza dal Comune. Come già riferito su queste pagine subito dopo la recente assemblea della Sa, l’ampliamento sarà minimo e consiste in 5 ormeggi in più rispetto ai quasi 380 già presenti all’interno del bacino, grazie a un allungamento a nord del molo frangionde. In più – elemento di sicuro interesse – esternamente sarà realizzato un pontile con 15 nuovi attracchi turistici temporanei (di cui comunque 5 affittati a lungo termine). Per il vicesindaco Claudio Franscella, rappresentante della Città nel Cda, «si tratta di un’operazione importante. Quello della mancanza di attracchi turistici è un tema di cui si parla da anni. Bene dunque che si proceda in questo senso a Locarno, anche se il discorso va esteso ai Comuni rivieraschi, i quali non potranno tra l’altro che beneficiarne». Come termine di paragone, gli attuali 8-9 posti che la Capitaneria del Porto regionale mette a disposizione come ormeggi per pernottamenti passanti rendono ogni anno circa 45mila franchi.
Interpellato circa la ridotta entità dell’ampliamento (i 5 nuovi ormeggi sul molo frangionde) nonostante una lista d’attesa di circa 150 proprietari di natanti, il neopresidente della Porto regionale, Roberto Benaglia, precisa che «la struttura raggiunge in pratica la massima estensione consentita. Quindi, anche volendo, si potrebbe fare ben poco. In questo senso fa piacere che si avvicini l’apertura del porto comunale del Gambarogno, ma anche che Minusio proceda verso il raddoppio del suo. Comunque l’interesse verso Locarno c’è ed è innegabile, come dimostra la nutrita lista d’attesa. La maggior parte dei detentori di posti barca sono svizzero tedeschi e germanici, che dispongono in linea generale di natanti di grandi dimensioni. Poi ci sono i ticinesi, che appartengono piuttosto alla categoria degli appassionati, con barche più piccole. Io sono fra quelli. Va anche sottolineato che un porto come il nostro è linfa vitale per i non pochi cantieri nautici presenti sul territorio».
A pochi colpi di remo dal Porto regionale di Locarno sorge quello patriziale “Al Segnale” di Ascona, che è tutto occupato e dove pure esiste una lista d’attesa con un centinaio di proprietari. Dalla Capitaneria dicono che un ampliamento non è in previsione non tanto per mancanza di buone prospettive di occupazione, quanto per una questione estetica e di opportunità rispetto al contesto paesaggistico, anche in relazione al vicino Golf, anch’esso di proprietà patriziale. Il “piccolo” gioiello portuale asconese rimarrà dunque solo nei desideri dei suoi molti pretendenti (oltre che nel presente e nel futuro dei suoi attuali 294 occupanti).
Tornando a Locarno, la Porto regionale Sa ricorda che “tra i suoi compiti statutari ha quello di promuovere il lago attraverso l’organizzazione di manifestazioni sportive e ricreative, correlate con l’attività nautica, oltre a pubblicizzare e favorire tutte le attività legate alla nautica lacustre, in particolar modo del Lago Maggiore”. In questo senso, aggiunge il sindaco Nicola Pini riferendosi in particolare alla nuova dotazione di attracchi turistici, «per Locarno è importante essere riconosciuta come città di lago, quindi raggiungibile anche via acqua da turisti e altri frequentatori del Verbano, offrendo loro un comodo posto dove attraccare vicino al centro cittadino».