Dopo il ‘mega resort’ che aveva lanciato la nuova pianificazione montana, vortice di cambiamenti nelle società, con sorpresa finale
Sessantaquattro casette. Sarebbe la nuova frontiera progettuale che interessa la fascia montana compresa fra Monte Brè e Cardada. Potrebbe trattarsi di un residuo del famoso “mega resort” lungamente anelato oltre Gottardo e fortemente contrastato nel Locarnese, tanto da provocare l’iniziativa del “Salva Monte Brè”, la quale aveva a sua volta portato all’istituzione di una Zona di pianificazione di 5 anni da parte del Comune. E, contestualmente, alla variante di Piano regolatore già adottata dal Consiglio comunale e in attesa del definitivo benestare da parte del Cantone.
«Sessantaquattro casette» è stata la laconica descrizione fatta al presidente della Pro Monte Brè, Loris Conti, riguardo un nuovo progetto che sarebbe in corso di elaborazione da parte di un architetto confederato, “intercettato” nel quartiere collinare di Locarno, unitamente a due collaboratori, proprio nei giorni in cui si teneva l’assemblea della Pro. Il territorio interessato sarebbe quello della zona denominata “Follia”, dove ormai 6 anni fa i promotori immobiliari avevano fatto incetta di terreni, acquistandoli senza troppo badare a spese dai privati, con lo scopo di destinarli a redditizie strutture turistico-alberghiere.
Nel 2018 s’era parlato, e molto scritto, del “Lago Maggiore Grand Hotel Spa & Residence”, che avrebbe portato al Monte Brè qualcosa come 90 oggetti fra appartamenti e singole villette con accesso ai servizi alberghieri. Agli investitori era stata fornita anche una tempistica precisa: a partire dal quarto trimestre del 2019 vi sarebbe stata l’edificazione; possibile, però, soltanto dopo la concessione della licenza edilizia da parte del Municipio di Locarno. Licenza che a suo tempo era attesa per la primavera-estate dello stesso anno. Gli anni di cantiere sarebbero poi stati 3, durante i quali i promotori avrebbero dovuto procedere con la campagna di vendita dei singoli oggetti.
A oggi, naturalmente, nulla di tutto ciò è accaduto. E, secondo nostre informazioni, né il misterioso architetto confederato né altri promotori immobiliari si sono fatti vivi con il Comune di Locarno per raccogliere qualsivoglia informazione in vista di un eventuale nuovo progetto. Un dato certo è che la variante di Pr e la Zona di pianificazione (Zp) impediscono al momento qualunque forma di sviluppo edilizio, anche perché una volta scaduto il quinquennio di durata della Zp, scatterà un blocco edilizio di due anni, in attesa delle decisioni del Consiglio di Stato.
L’unica spiegazione logica della visita dei tecnici da oltre Gottardo potrebbe essere l’esigenza, da parte dei promotori, di rinfocolare qualche speranza in chi a suo tempo aveva investito per accaparrarsi i terreni, credendo appunto di poterli far fruttare con un grande progetto immobiliare di lusso.
A proposito dei promotori, e delle Ag che li rappresentano, vale la pena andare a rispolverare i diversi movimenti che si sono succeduti nel corso degli anni. Nelle prime battute il guscio societario era quello della Augur Invest Ag, holding iscritta a Registro di commercio del Cantone di Svitto nel 2008, il cui capitale azionario era detenuto da pezzi grossi dell’immobiliare. Il primo della lista era Oliver Wolfensberger, che il direttore di progetto per Brè e Cardada, Marc Sontag, aveva presentato agli investitori come sviluppatore di grandi progetti immobiliari. Fra essi lo Schneefalke di Andermatt, che rientrava a sua volta nel più ampio contesto dell’Andermatt Swiss Alps di Samih Sawiris.
Fra gli azionisti della Holding, nel 2018, figuravano anche altri personaggi di peso: l’ex capo delle finanze di Tamedia, Patrick Eberle; lo sviluppatore e imprenditore immobiliare Ralf Skrzipek; nonché Cosimo Violati, “uomo marketing” per svariati marchi del lusso. Di Sontag va ricordato che personalmente si era assunto il rischio di presentarsi a Locarno per illustrare alla popolazione, nel gennaio del 2020, un’evoluzione del progetto originario, ridenominato “Borgo Miranda”. Ciò era avvenuto quando la Augur già si era trasformata nella Aedartis Ag. Chi c’era all’incontro non potrà dimenticare come la presentazione pubblica, tenutasi al Palacinema, fosse finita in “cagnara” per l’atteggiamento con cui i promotori immobiliari avevano risposto alle richieste di chiarimento giunte da una sala particolarmente battagliera.
Seguendo il filo delle società e dei suoi membri, l’addio di Sontag alla Aedartis era stato dato nell’aprile del 2020, e 7 mesi dopo l’aveva seguito Violati. Gli abbandoni sono probabilmente da ricondurre al muro pianificatorio costruito da allora contro il progetto, appunto tramite l’iniziativa lanciata dal “Salva Monte Brè”.
Proseguendo, nel marzo del 2023 la Aedartis aveva nuovamente cambiato nome – in XTC Holding Ag – e anche sede, spostandosi a Zurigo. Ma due mesi dopo, e siamo nel maggio dell’anno scorso, v’era stato un nuovo trasferimento: da Zurigo a Zugo. E come presidente del Cda era entrato tale Lars Lindgren (teniamo a mente questo nome).
Non è finita, perché la trafila continua nel ’24 e si avvicina pertanto alla situazione attuale. Nell’aprile di quest’anno, nei confronti della XTC Holding Ag il giudice unico del Tribunale cantonale di Zugo aveva aperto una procedura di fallimento, sciogliendo la società e mandandola in liquidazione. Ma a maggio lo scioglimento era stato revocato, e la XTC Holding era rinsavita, perché un ricorso contro l’apertura della procedura fallimentare aveva ottenuto l’effetto sospensivo. Due mesi fa il ricorso aveva avuto successo e l’istanza di fallimento era stata definitivamente respinta.
Dalla “galassia Augur” discendono altre società: una è la XTC Management, che nel 2022 risultava domiciliata a Zurigo ma già nel ’23 traslocava a Zugo. Nello stesso anno, al posto del precedente presidente di Cda Günther Weinberger entrava il già citato Lars Lindgren, che da febbraio 2024 risulta soltanto membro della società (ma con firma individuale).
Tutto quanto precede per dire che molti dei terreni acquistati a suo tempo nella fascia montana rimandano oggi alle società di Lindgren. La cosa interessante è capire chi è, Lars Lindgren. Per riuscirci basta riguardare la puntata di “Kassensturz” (il nostro “Patti chiari”) che di lui si era occupata diffusamente.
Secondo la ricostruzione giornalistica dei colleghi di Srf, Lindgren, come titolare della Crystal-Schwimmbäder GmbH con sede a Murgenthal (Argovia), aveva a suo tempo venduto una piscina a Kaya Yanar, comico molto conosciuto in Svizzera interna. Questi aveva firmato un regolare contratto (versando un acconto di 63mila franchi) per l’acquisto di una piscina con fondo sollevabile e lavori preparatori. Succedeva nel 2020, dopodiché per mesi, secondo il racconto di Yanar a “Kassensturz”, non era successo più niente. Quando finalmente la vasca era pronta, il nuovo proprietario ne aveva constatato le pessime condizioni; secondo una perizia commissionata dallo stesso Yana, il fondo sollevabile era sporco (e difficilmente lavabile) e le pompe, i tubi e i filtri troppo piccoli. Un esperto di piscine chiamato in causa dal “magazine” Tv aveva poi scoperto che tutte e 12 le piscine della Crystal-Schwimbäder GmbH da lui esaminate presentavano gravi difetti. Lindgren si era giustificato con problemi di fornitura e aveva promesso sostituzioni. Kassensturz aggiungeva di essere a conoscenza di almeno un’altra ventina di casi in cui il costruttore di piscine non aveva soddisfatto i clienti. E anche che a fine agosto 2023 la sua azienda aveva un debito di circa 3,3 milioni di franchi.
A proposito di personaggi, e sempre in relazione alle mire edilizie riguardanti la collina, dal recente passato ne riemerge uno non banale: il famoso Principe, o presunto tale, che in montagna aveva acquistato terreni sia al Monte Brè, sia sotto Cardada Colmanicchio, in località Morsello. Ciò era avvenuto tramite la società Vita Genesis Ag, con sede a Zugo, amministrata a suo tempo non da lui, ma dalla moglie Jasmin Selina zu Sayn-Wittgenstein (tra l’altro ex Miss Zurigo). Fino al 2019 a Morsello avrebbero dovuto sorgere un albergo 5 stelle superior da 65 “suites”, un’area wellness da 3’000 metri quadrati e un ristorante stellato Michelin. Tutto ciò non escludeva la prima versione del “mega resort” al Monte Brè.
Poi però il progetto di Morsello era evaporato, traslocando in parte anch’esso al Monte Brè, prima sotto la nuova denominazione di “The Lago Maggiore Retrait”, poi diventato “Borgo Miranda”. Mentre accadevano queste cose l’originaria Vita Genesis cambiava anch’essa nome e componenti: l’anno scorso, come Soulness Retreats Ag, aveva partorito un nuovo progetto, ma più ridotto, chiamato “Silent Resorts” e consistente in 20 chalet di lusso (o, in variante, strutture per un Glamping) con wellness e Spa, per un valore commerciale allora comunque stimato sui 24 milioni di franchi. Peccato che nel frattempo, con la nuova pianificazione, Morsello sia diventata zona agricola e al posto degli chalet potranno sorgere al massimo cavoli e zucche.
Peter zu Sayn-Wittgenstein, il vero nome il Principe, sarebbe riapparso di recente nel Locarnese dicendosi molto poco felice della futura destinazione dei terreni e, contestualmente, della fine che farà anche l’ultimo della lista dei vari progetti nel corso del tempo “appiccicati” alla montagna come fossero figurine.
Questo, al netto di ulteriori modifiche societarie. Nel gennaio del ’23 dalla Soulness Retreats Ag veniva infatti cancellata la moglie del Principe, Jasmin Selina, mentre nel maggio del ’23 vi entrava l’ormai immancabile Lindgren, in qualità di presidente del Consiglio d’amministrazione. Giusto in tempo per cambiare ulteriormente nome alla società – oggi si chiama XTC Retreats Ag – e uniformarla così alle altre Ag detentrici dei terreni disseminati fra Monte Brè e Colmanicchio-Morsello. Tutte finite sotto il cappello di Lars Lindgren.